La strenua difesa tecnica della Ferrari dalla British-Mercedes è avvenuta già in sede di qualificazioni, ormai a posizioni ossessivamente definite e assolutamente invariabili in gara, come nitido episodio conclusivo del mondiale. E il responso è stato che contro le grandi potenze della petrolchimica oggi non si combatte più. Diciamo che lo 0,56 % di distacco dalla pole e lo 0,12 % in corsa hanno fatto rispettare la graduatoria di valori al livello circa di Giappone, Bahrain o Monza/Silverstone, dopo aver sfiorato la parità dei tempi sul giro in Spagna, Austria, Canada, Malesia e Brasile, oltre alla conquista di ben cinque primati (e la bellezza di cinque gran premi vinti) nel corso della stagione.
Purtroppo, però, questo è stato il massimo ottenibile, dopo che è stata trasformata la contesa in una sfrenata corsa alle illegalità, all'interno delle camere di combustione dei motori. Il Regolamento Tecnico, con il suo Articolo 5.14.2, stabilisce chiaramente e inequivocabilmente che, nel condotto di aspirazione d'aria, non deve passare nessun'altra sostanza, oltre alla normale benzina di commercio, che ora, con la generalizzazione dell'iniezione diretta, è fuori causa. Nessuna sostanza è niente, assolutamente nulla.
Invece, per ammissione della stessa Fia-Tv pro-Mercedes, passa dell'olio, dicono: «usato come combustibile». Cioè olio «petronato», ricco di additivi, che innalzano smodatamente le potenze, in una F1 senza più equità tecnica.
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