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Tra Berlusconi e Mr Bee pronto un patto di ferro

In attesa del contratto definitivo sigleranno a giorni un accordo vincolante. L'eventuale penale è di 50 milioni. L'ultimo atto formale dopo le vacanze

Tra Berlusconi e Mr Bee pronto un patto di ferro

Il matrimonio è deciso, sarà celebrato dopo l'estate tra il Milan di Silvio Berlusconi e mister Bee Taechaubol, secondo la promessa solenne del 5 giugno. Nell'attesa del rito civile (le firme, per uscire dalla metafora), i due promessi sposi daranno parola. Come? Semplice: firmando un term-sheet che vuol dire un pre-accordo vincolante che prevede una penale robusta (50 milioni di euro) per chi volesse sfilarsi all'ultimo momento. La scelta, maturata ieri sera al culmine di un incontro durato la bellezza di quasi quattro ore, è stata presa per evitare i tempi biblici alla trattativa. Poiché l'architettura del contratto è pronta, definita nelle sue parti essenziali, meglio procedere con il pre-accordo vincolante in modo da definire i dettagli ancora in discussione senza rischi di rotture o ripensamenti senza fretta o sforando il termine previsto in precedenza delle otto settimane.

Perciò l'esito del vertice di ieri ad Arcore è stato definito «molto, molto positivo», e l'aggettivo ripetuto due volte ha un significato non irrilevante. Il magnate thailandese è arrivato di primo mattino a Malpensa, scortato dal legale di fiducia e dalla nuova assistente: in un albergo del centro ha incontrato i professionisti italiani incaricati di disporre la bozza del contratto e Licia Ronzulli (con Gerardo Sagat), l'ex europarlamentare motore decisivo dell'accordo prima umano e poi commerciale tra i due protagonisti del negoziato. Alle 14 è cominciata l'ennesima visita di mister Bee ad Arcore accolto dal management Fininvest al completo (Cannatelli, Pellegrino e Franzoni), dal presidente e dalla figlia Barbara. Il pranzo, con molte portate, è stato scandito dalle inevitabili battute, da discussioni approfondite e da qualche gesto di umana simpatia (pacche sulle spalle di Bee da parte del presidente), serviti a cementare il sodalizio tra i due. Curiosità: l'ospite, concentrato su cifre e documenti, non ha chiesto notizie né aggiornamenti sul conto della squadra, tra l'altro oggi impegnata contro il Real Madrid in Cina, e sul mercato gestito e finanziato dalla famiglia Berlusconi.

L'architettura del contratto è confermatissima nelle sue linee essenziali: le cifre sono tutte note, cessione del 48% delle azioni rossonere al costo di 485 milioni con l'impegno, entro la scadenza massima di 24 mesi, di portare il brand alla borsa di Hong Kong (a proposito: il broker thailandese non è apparso per niente turbato dalle fibrillazioni di quei mercati finanziari). Restano da sciogliere alcuni nodi e tra questi la governance (con allargamento del cda per inserire i rappresentanti del nuovo socio più un paio definiti "indipendenti"), i finanziamenti, la questione stadio. Sull'argomento è intervenuta Barbara che ha patrocinato l'iniziativa e ha a cuore il progetto del Portello: Lady B ha concordato con il thailandese un incontro nei prossimi giorni (forse già sabato) per esporgli in modo dettagliato tutti i punti essenziali e le scadenze del progetto stesso, con il piano economico per la costruzione dell'impianto. Come si può capire, non sono dettagli di poco conto. Serviranno giorni e giorni, scambio di bozze tra i due studi legali incaricati della definitiva stesura del contratto. Di qui la decisione di vincolarsi con un pre-accordo per far lavorare i professionisti senza la pressione di una scadenza temporale capestro (molti studi tra una settimana al massimo chiuderanno i battenti per le ferie). La firma del cosiddetto term-sheet avverrà entro lunedì 3 agosto perché quella è la data entro la quale Bee Taechaubol ha fissato il ritorno in patria. Perciò fin da ieri sera è cominciato il lavoro degli esperti e dei tecnici per mettere a punto il pre-contratto.

Sempre lunedì 3 agosto è prevista una riunione del cda milanista, convocato non certo per discutere della trattativa ma per esprimere un parere sullo stadio, argomento sul quale l'azionista, cioè la Fininvest, non è entusiasta per usare un eufemismo.

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