Alfa Romeo Giulietta Sprint, Lamborghini Miura, Lancia Stratos: per capire la grandezza di Nuccio Bertone e limpronta profonda che ha lasciato nella storia del car design basterebbero questi tre modelli, eppure sono soltanto le icone di una straordinaria creatività che ha prodotto decine di vetture da sogno e altrettanti prototipi che sono entrati nella storia dellautomobile. Uneredità, un inestimabile patrimonio di esperienza che fino a qualche anno fa sembravano ormai perduti e che, invece, dopo una lunga battaglia legale condotta con coraggio e tenacia da Lilli Bertone, vedova di Nuccio (scomparso nel 97) è stata trasfusa nella nuova Bertone che il 28 giugno aprirà le celebrazioni del centenario dellazienda (tra due anni ricorrerà anche il centenario della nascita di Nuccio) con linaugurazione della mostra «Cento anni di car design», che rimarrà aperta fino al 14 ottobre al Museo nazionale dellautomobile di Torino. Dopo aver ceduto la Carrozzeria di Grugliasco e lattività produttiva alla Fiat nel 2009, Bertone, presieduta dalla signora Lilli, è oggi unazienda di servizi a ciclo completo nel settore dellautomotive, dei mezzi di trasporto e dellindustrial design; nella sede di Caprie, in Val di Susa, lavorano 250 dipendenti tra designer e ingegneri che possono produrre fino a 300mila ore di ingegneria lanno; tra i suoi clienti ci sono i primi cinque costruttori automobilistici cinesi, Fiat Auto e Fiat Industrial, il gruppo Bmw e Ansaldo-Breda, e Bombardier per le quali Bertone ha progettato un nuovo treno superveloce.
A fianco di un centro di progettazione allavanguardia resta tuttavia attivo latelier dove si custodisce la tradizione costruendo raffinate fuoriserie, esemplari unici come le lussuose carrozze a cavalli che permisero a Giovanni Bertone, il fondatore, di entrare nel 1920, grazie a tanti estimatori, primo tra tutti Vincenzo Lancia, nel mondo dellautomobile. Giuseppe «Nuccio» fece il suo ingresso in azienda a 19 anni, nel 1933, e già lanno dopo la Bertone presentò la Fiat Ardita, una vettura che fissò nuovi canoni stilistici destinati a fare scuola. E nei decenni successivi sarà sempre così, con auto di serie e prototipi capaci di infondere bellezza in forme audaci, sempre avanti rispetto ai gusti e alle tendenze del momento, come la schiera delle Lamborghini firmate Bertone, dalla Miura, del 1966, alla Marzal fino alla Countach. E poi lAlfa Romeo Montreal e la Fiat Dino Coupé del 1967, lAudi 50 o il prototipo Carabo su base Alfa 33 fino alla leggendaria Lancia Stratos Zero del 1970 da cui nascerà la versione stradale trionfatrice nel Mondiale Rally.
Nella galleria di Bertone non mancano le Ferrari, come la Dino 308 Gt4 del 1973, ma ci sono anche modelli destinati alla grande industria, come la Citroën Bx, le Volvo 262 e 780 e le Opel Kadett e Astra in versione Coupé e Cabrio. Non molto fortunata è stata l'incursione nel settore dei motocicli negli anni 60 con il Lui, cinquantino su telaio della Lambretta Innocenti: una vera scultura su due ruote, troppo avveniristica e non abbastanza compresa.
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