Alle 18,30 lo Stadium ha aperto regolarmente i propri cancelli. E, come se nulla fosse accaduto nelle ore precedenti, si è atteso che l'arbitro Doveri e i suoi collaboratori arrivassero presso la struttura. Poi è toccato alla Juventus e persino ad alcuni tifosi, incredibilmente usciti di casa ben sapendo che non avrebbero assistito ad alcuna partita. Il Napoli no, come era ovvio e noto anche ai sassi: la squadra non è mai salita sull'aereo e non è mai arrivata a Torino, in rispetto a quanto comunicato e poi ribadito dalla Asl Napoli 2 con una lettera a firma dalla responsabile Epidemiologia e Prevenzione, Maria Rosaria Granata, e dal direttore di Dipartimento di Prevenzione, Enrico Bianco. «Vista la circolare del Ministero della Salute 21462 del 18/6/2020, tenuto conto che i calciatori e i contatti stretti posti in isolamento fiduciario, recandosi in trasferta a Torino, avrebbero inevitabilmente contatti con una pluralità di terzi, si ritiene non sussistano le condizioni che consentano lo spostamento in piena sicurezza. Pertanto, resta l'obbligo di rispettare l'isolamento fiduciario presso il proprio domicilio». Che da domani sarà a Castel Volturno, dove ha sede il centro sportivo della società di De Laurentiis. Niente nazionale dunque per Meret e Di Lorenzo, così come dovrebbero saltarla anche gli juventini Bonucci e Chiellini.
In definitiva, tanti saluti alla Lega Calcio e al protocollo sottoscritto e firmato di concerto con il Comitato Tecnico Scientifico. E a questo punto campionato a serio rischio. Una decisione, quella dell'Asl cui la società Napoli si era rivolta sabato pomeriggio per chiedere lumi circa la possibile partenza verso la città della Mole, che ieri ha poi ricevuto anche il placet del ministro dello Sport Spadafora, secondo cui «alle autorità sanitarie locali è demandata una chiara responsabilità e una precisa azione di vigilanza. Il protocollo proposto dalla FIGC e validato dal CTS ha provato a mettere in sicurezza il calcio italiano per consentire la ripartenza da tutti auspicata. È evidente però che la situazione generale sia divenuta nelle ultime settimane ancor più complessa, tanto da non lasciare immune neppure il mondo del calcio». Tradotto: più o meno un a questo punto noi ce ne laviamo le mani e voi arrangiatevi. Mentre in precedenza la Lega Calcio aveva emesso un comunicato dove spiegava che «il sistema di regole in vigore deve garantire massima tutela della salute, parità di trattamento tra i vari club, nonché rispetto dei principi di lealtà sportiva». Aggiungendo inoltre che «la norma di ordinamento statale a carattere speciale, applicabile alla situazione del Napoli, è la stessa utilizzata più volte nel corso della stagione per permettere, a puro titolo di esempio, al Torino di affrontare l'Atalanta, al Milan di recarsi a Crotone o al Genoa di andare a giocare al San Paolo, e oggi all'Atalanta di scendere in campo contro il Cagliari. Il protocollo prevede regole certe e non derogabili, che consentono la disputa delle partite pur in caso di positività, schierando i calciatori risultati negativi agli esami effettuati e refertati nei tempi previsti dalle autorità sanitarie».
Il solito pasticcio all'italiana, insomma. Nel quale De Laurentiis pare essersi trovato meravigliosamente, avendo ribadito che «non potevamo partire. La Asl ha preso in considerazione la possibilità della deroga prevista dal protocollo, ma non ci ha dato il via libera: dovete rinviare la partita». Seguiranno sentenze, ricorsi e quant'altro. Di sicuro, il giudice sportivo assegnerà alla Juve la vittoria per 3-0 comminando anche un punto di penalizzazione al Napoli secondo l'Art.10 Comma 4 del Codice di Disciplina Sportiva. «Parliamo troppo di calcio - il parere del ministro della Salute, Speranza -. Le cose importanti sono altre: se dobbiamo rischiare, facciamolo per la scuola».
Demagogia a parte, in serata è arrivato anche l'ultimo parere del Cts, volto a richiamare «gli obblighi di legge sanciti per il contenimento del contagio dal virus», ribadendo «la responsabilità dell'Autorità Sanitaria Locale competente e, per quanto di competenza, del medico sociale per i calciatori e del medico competente per gli altri lavoratori».La telenovela ha già stancato. Ma andrà avanti per mesi.
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