Biles e le donne che inseguono gli uomini

Con il doppio volteggio la ginnasta americana ha segnato un altro punto nell'eterna sfida

Biles e le donne che inseguono gli uomini
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Un fantastico volteggio di Simon Biles ci ricorda che c'è modo e modo per far la storia dello sport e ci riporta all'indomito inseguimento fra donne e uomini in un mondo che spinge l'impresa sempre più all'estremo. E se, nell'arte di vivere, donna e uomo si scambiano fra chi insegue e chi segue, nello sport è sempre stata la donna a dar la caccia all'uomo. Il volteggio mondiale di Simon Biles, precedentemente chiamato Yurchenko da Natalia Yurchenko , prima ed unica donna ad eseguirlo, ci dice che l'incrollabile americana ce l'ha fatta: con il doppio volteggio ha concluso l'inseguimento ai maschi e lasciato il segno con un esercizio mai provato da una donna. E qui sta la bellezza dello sport: quando l'impossibile diventa possibile, quando un gesto tecnico diventa un atto di sfida o un'idea per il futuro. Ricorderete Dick Fosbury, l'americano che pareva un saltimbanco ed invece capovolse il mondo del salto in alto: ai Giochi di Mexico City portò il record olimpico a m.2,24 e lasciò in dote il Fosbury flop che condusse gli atleti a vette insperate. In Italia abbiamo l'imbarazzo della scelta: dalla famosa rovesciata di Carlo Parola finita sulle figurine, ai due movimenti alla sbarra targati Igor Cassina, alla croce di Yuri Chechi signore degli anelli. Sofia Raffaelli ha inventato un movimento nella ginnastica ritmica. Ed anche il bolo punch, il colpo più originale della boxe inventato da Ceferino Garcia e usato da Ray Robinson, Sugar Ray Leonard ed altri, non è mai uscito dalla storia del ring.

Storie di uomini. Eppure le donne non sono state da meno nel cercare di scavalcare barriere, gesti di sfida all'uomo che valgono un gesto tecnico. Dobbiamo a due tedesche, Renate Stecher (crono manuale) e Marlise Gohr (crono elettronico), l'ingresso nel tempio dei 10 secondi nei 100 metri. Ma che dire di chi ha sfidato gli uomini sul loro terreno? Alfonsina Strada è rimasta la prima e unica che abbia corso un Giro d'Italia insieme agli uomini, nonostante l'ostracismo femminile. Era il Giro del 1924: finì con premi e applausi. Alfonsina aveva già provato a correre il giro di Lombardia del 1917 dove giganteggiavano Belloni e Girardengo. Arrivò un'ora e mezza dopo il vincitore. Billie Jean King, giusto 50 anni fa eppure sembra di più, mise a tacere un maschio sciovinista, Bobby Riggs, che amava le donne solo in camera da letto e in cucina. In un match all'Astrodome di Houston davanti a 30mila persone e 90 milioni di telespettatori vinse la battaglia dei sessi. E così pure Roberta Bobbi Gibb e Kathy Switzer dimostrarono che le donne potevano correre la maratona quando invece la scienza parlava di rischi per l'utero e pericoli per la salute. L'inglese Violet Piercy ci provò nel 1926. Invece, nel 1966, Bobbi dovette correre travestita da uomo ma fu scoperta e tolta dall'ordine di arrivo.

L'anno dopo Kathy non segnalò di essere donna, usando solo le iniziali, e dovette fronteggiare la furia di un ufficiale di gara che voleva fermarla. Andò avanti. E con lei il mondo delle donne che, nel 1984, corse la prima maratona olimpica. L'inseguimento continua. Simon Biles ha segnato un altro punto.

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