Blatter incollato alla poltrona della Fifa

Presidente della Fifa dal 1998, pur avendo collezionato gaffe a dismisura e scatenato clamorose proteste da parte di calciatori e federazioni, punta alla quinta rielezione al vertice mondiale del pallone

Blatter incollato alla poltrona della Fifa

Settantanove anni, lo svizzero Joseph Benjamin Blatter, detto Sepp, è al vertice della Fifa dal giugno 1998. Diciassette anni di potere, polemiche e scandali. L'indiscusso "padre padrone" di un mondo che macina soldi in ogni ancolo del pianeta. Nonostante l'età avanzata e le aspre critiche rivolte al suo indirizzo Blatter punta alla quinta rielezione alla guida della federazione mondiale. E nonostante il ciclone giudiziario che ha portato all'arresto di alcuni funzionari Fifa, venerdi si voterà lo stesso.

L'unico avversario di Blatter nella corsa per la guida della Fifa è il principe giordano Ali bin Al Hussein, ma sino ad oggi veniva accreditato di scarse chance di vittoria. Non è detto che l’azione giudiziaria sia in grado di influire sulle elezioni, visto che il capo indiscusso del calcio mondiale può contare sul sostegno dei voti africani, di Nord e Sud America, di parte dei delegati asiatici e alcuni europei. Senz alcun dubbio, però, lo scandalo getta nuove ombre su un personaggio, lambito da scandali su scandali per i suoi metodi di gestione e per gli affari Fifa, ma finora sempre uscito pulito.

Con Blatter le casse della federazione calcistica mondiale si sono riempite di dollari a dismisura, grazie a tre fattori: diritti tv, marketing e pubblicità. Blatter ha usato parecchie risorse per aiutare i Paesi che lo sostengono, con spese faraoniche degne di un capo di stato per la federazione e i suoi membri. Eppure più di una volta sono circolate voci su fenomeni di corruzione e bustarelle, soprattutto nelle delicate fasi di assegnazione dei Mondiali e in materia di marketing.

Il ciclone giudiziario esploso oggi a Zurigo nasce da una iniziativa adottata proprio dalla Fifa sulla corruzione. Per fugare i dubbi e sopire le polemiche a livello internazionale per l’assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia e 2022 al Qatar, infatti, la Fifa aveva incaricato il procuratore americano Michael Garcia di indagare su eventuali illeciti, cioè milioni di dollari usati per comprare il voto dei delegati. Soprattutto nel caso del Qatar, Paese ricchissimo ma privo di tradizione calcistica, e dalle condizioni climatiche estreme, con temperature di 50°, che sconsigliano vivamente lo svolgimento di un campionato del mondo. Garcia ha svolto le sue indagini ma, alla fine del 2014, ha sbattuto la porta prendendo le distanze dal vertice del calcio mondiale. La Fifa ha tenuto a precisare che era stata accertata la totale correttezza del proprio operato ma, dopo la polemica di Garcia, l'Fbi ha iniziato a indagare per conto proprio, fino ai provvedimenti di oggi.

La lunga gestione Blatter è stata caratterizzata da scelte discutibili e contraddittorie, anche su aspetti meramente calcistici, quali l'uso della moviola e di altre tecnologie in campo o le nuove regole di gioco. Autore di numerose gaffe, con evidente gesto di sprezzo Blatter disertò la cerimonia di premiazione ai Mondiali 2006, quelli vinti dall'Italia a Berlino (intendeva polemizzare contro lo scandalo di Calciopoli che aveva investito il calcio italiano). La federcalcio britannica ne chiese le dimissioni per aver
detto che nel calcio non esiste razzismo. Insultò Cristiano Ronaldo ("passa troppo tempo dal parrucchiere") facendo infuriare l’interessato e mezza Spagna.

Infine, per spiegare la scelta di assegnare il Mondiale al Qatar, affermò di aver avuto pressioni da Francia e Germania, sollevando una stizzita reazione dei due paesi.

In tutti quetsi anni Blatter è riuscito, comunque, a districarsi fra gaffe, affari e senso dell’inopportunità, misti a una sapiente gestione delle relazioni personali e delle risorse economiche. Tutto questo è Blatter, l’uomo forte del calcio mondiale.

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