Da quando è iniziata la bufera giudiziaria e si è dimesso da presidente della Fifa (quattro giorni dopo la sua quinta rielezione) non esce dalla Svizzera per timore di essere arrestato dall'Fbi. Che ha già fatto scattare le manette per 7 membri della federazione internazionale, rei di aver incassato tangenti su tornei del Sudamerica.
Ora Sepp Blatter è indagato anche dalla procura elvetica. Le accuse sono gravissime: gestione fraudolenta e appropriazione indebita. Con il sospetto del pagamento di due milioni di franchi svizzeri nel febbraio 2011 a Michel Platini, attuale presidente dell'Uefa che è anche uno dei candidati alla successione di Blatter alla Federazione internazionale del pallone. Un pagamento che si ritiene sia stato fatto per un «lavoro forse falsamente effettuato» tra il gennaio 1999 e il giugno 2002. Ma Platini, non iscritto nel registro degli indagati e ascoltato ieri dagli inquirenti solo come persona informata sui fatti, ha chiarito tutto alle autorità: «Sono stato pagato per un lavoro che ho svolto, mi è stato chiesto di fornire informazioni utili alle indagini. Resto disponibile a collaborare in qualsiasi momento». Ipotesi confermata anche da una fonte della polizia svizzera, citata dalle agenzie di stampa.
L'ex calciatore della Juve e della nazionale francese è stato finora molto prudente nella marcia di avvicinamento alle elezioni del dopo Blatter. Temeva forse qualche vendetta interna, temeva che potessero coinvolgerlo in qualche veleno o in qualche dossier «scottante». Tanto che non ha ancora svelato il suo programma elettorale, nonostante le pressioni arrivate da più parti, mentre il principe giordano Alì Al Hussein e il sucoreano Chung Mon Jon - anch'essi candidati alla Fifa - lo hanno attaccato duramente. E ora dovrebbe aver sventato la «trappola».
L'altra accusa dell'Oag (la procura svizzera) a Blatter è legata al sospetto che il 12 settembre 2005 abbia firmato un contratto sui diritti tv con la Federazione caraibica (con Jack Warner all'epoca presidente) a condizioni sfavorevoli per la Fifa. Applicando tale accordo, avrebbe violato i suoi doveri di gestione e agito contro gli interessi della Fifa.
Ieri Blatter avrebbe dovuto presentare in conferenza stampa le date ufficiali dei «suoi» Mondiali tanto contestati, i primi programmati in autunno sui campi del Qatar. La discussa assegnazione della coppa del Mondo del 2022 aveva già fatto accendere l'interesse degli investigatori svizzeri nel maggio scorso, un'inchiesta parallela a quella realizzata negli Usa per la presunta corruzione dietro quella scelta. Ma dopo la riunione dell'esecutivo Fifa, il 79enne dirigente non si è fatto vedere: era stato infatti interrogato dagli inquirenti svizzeri che avevano perquisito la sede Fifa di Zurigo, sequestrando alcuni dati ritenuti importanti per le indagini.
Gli inquirenti elvetici sarebbero anche in contatto con altri testimoni della Fifa che avrebbero già espresso la loro disponibilità a fornire prove sui casi di corruzione. «Continueremo a collaborare con le autorità svizzere come facciamo dal 27 maggio scorso, rispettando le richieste di documenti, dati e altre informazioni», l'assicurazione della Fifa. Stessa collaborazione assicurata dai legali di Blatter, che però respingono al mittente le accuse: «I contratti oggetto dell'inchiesta sono stati adeguatamente preparati e concordati dallo staff della Fifa, dunque non si è verificata nessuna cattiva gestione». E dalla Russia il ministro dello sport Mutko si è affrettato a dire che «i Mondiali del 2018 non sono a rischio» e che «l'indagine su Blatter era prevista».
In attesa che
il 26 febbraio 2016 si conosca il nome del nuovo presidente Fifa, la frana inarrestabile che si sta abbattendo sull'ex dittatore del calcio mondiale non si ferma. Bisognerà capire se non lascerà altre vittime per strada...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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