La Formula 1 si è inventata la Super Sprint Race. Tutto in due giri. Una botta di adrenalina come non avevamo avuto nei 47 giri precedenti. Una volta la direzione di corsa avrebbe chiuso la gara con la bandiera rossa. Ieri ha fatto tornare tutti in pista. E ha avuto ragione al cento per cento. Avrebbe cancellato un sacco di emozioni a cominciare dall'erroraccio di Lewis Hamilton che lo ha fatto sprofondare dal secondo al quindicesimo posto. È stata la domenica delle occasioni perdute. Dai big e dalla Ferrari. Per colpa o per sfortuna Verstappen e Hamilton sono usciti di scena sul più bello. Max a quattro giri dalla fine, mentre viaggiava sereno verso un successo più che meritato, è finito contro un muro a 300 all'ora per colpa di una gomma scoppiata. Lewis alla ripartenza è andato lungo alla prima staccata (complice l'errore nell'azionare il ripartitore di frenata) quando credeva di aver sorpreso Perez. E pensare che aveva detto: «Il mondiale è una maratona, non una gara sprint». Così Baku si è ritrovata con il podio più pazzo della stagione e forse dell'era ibrida: Perez-Vettel-Gasly. Per la seconda gara di fila non c'è una Mercedes fra i primi tre. È stata la domenica dei vecchi leoni: Perez, Vettel a podio con la quarta scuderia diversa e Fernando Alonso che alla ripartenza è schizzato dal decimo al sesto posto. Una magia delle sue. I due grandi vecchi, i due grandi ex della Scuderia si sono presi una bella rivincita. Non c'è che dire.
Un po' di delusione se la porta addosso anche Charles Leclerc, l'uomo che scattando dalla pole, poteva aspirare a qualcosa in più del quarto posto finale. Se parti davanti a tutti ma finisci dietro a una Aston Martin e a una Alpha Tauri non puoi essere contento. Mai. Il suo viaggio nel paese delle meraviglie è durato meno di sette giri, quanto è bastato perché Verstappen, Hamilton e Perez lo passassero buttandolo giù dal podio. La strategia gli ha poi fatto perdere una posizione su Gasly al cambio gomme.
E lui ci ha aggiunto del suo quando alla ripartenza dopo la Safety Car (per lo scoppio della gomma di Stroll) si è lasciato sorprendere da Vettel e poi nello sprint finale quando ha rivisto il podio a portata di mano, si è fatto ingolosire troppo e ha esagerato ad anticipare l'attacco a Gasly che infatti lo ha ripassato. Peccato. Ma ha ragione lui quando dice che l'obbiettivo era di stare davanti alle McLaren e in fin dei conti è stato raggiunto.
Se sabato aveva fatto i miracoli, ieri non si è ripetuto, anzi ha commesso un paio di errori veniali, ma errori. Però la Ferrari oggi è questa. E i progressi restano innegabili nonostante la delusione per aver chiuso dietro a un'Aston Martin e a una Alpha Tauri. Anche Sainz non è stato perfetto, anzi.
Alla ripartenza ha fatto un lungo con gomme fredde che lo ha retrocesso di brutto in classifica. Non una gran domenica. E comunque da ieri in poi chi è contrario alla gara sprint cambi canale. Se non annulla l'adrenalina delle qualifiche avrà un senso eccome.
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