Buffon & Chiellini, l'Italia chiude le "scuole"

La papera di Gigi e l'addio all'azzurro di Giorgio: dietro di loro eredi in crisi

Buffon & Chiellini, l'Italia chiude le "scuole"

Due simboli che faticano a trovare eredi. E ora che si sta arrivando al capolinea della loro carriera, tra acciacchi e svarioni in campo, il calcio italiano si interroga sul futuro dei loro ruoli. Fondamentali nella nostra scuola calcistica che ha fatto della difesa il suo punto di forza. Uno è Gigi Buffon, arrivato a 44 primavere e per almeno tre lustri uno dei migliori portieri del mondo. L'altro è Giorgio Chiellini, che di anni ne ha «solo» 38, dopo Fabio Cannavaro sicuramente il difensore centrale nostrano più forte dal 2006 a oggi. A lungo compagni di squadra, nella Juve e in Nazionale dove sono stati i due terzi della storica linea di difesa Bbc, le loro strade si sono divise da un po'. Oggi fanno notizia la «papera» di Gigi in una gara della sua ultima vita calcistica a Parma e l'addio di Giorgio alla maglia azzurra, preludio forse di quello ai colori bianconeri indossati per 17 stagioni (magari per fare un'esperienza oltre oceano). Eventi che segnano la fine di un'epoca.

Il video del «liscio» quasi comico del portiere campione del mondo nel 2006 è diventato virale sui social, facendolo diventare un bersaglio facile. L'erroraccio contro il Perugia (con tanto di bestemmia successiva scovata dalle immagini tv e che lo mettono a rischio squalifica dopo la multa di qualche mese fa per lo stesso motivo) è l'ultimo atto di una stagione non certo memorabile. Curioso per un portiere che nel febbraio scorso ha raggiunto il traguardo di 500 clean sheet in carriera. Buffon non ha voglia di ritirarsi, tanto che due mesi ha firmato il rinnovo con i ducali fino al 2024, ma dopo anni di gloria deve ora beccarsi pesanti critiche. E il suo erede in azzurro, Donnarumma, è alle prese con lo stesso problema: papere forse più pesanti quello del portiere del Psg, finito fuori dalla Champions anche per gli errori di Gigio. Incapace persino di sventare quel tiro da fuori del macedone Trajkovski costatoci per la seconda volta di fila il Mondiale. E un altro elemento futuribile per l'azzurro, Meret, ha regalato uno svarione simile nell'ultima gara.

Chi invece sveste l'azzurro, come fece proprio Gigi nella notte infausta di San Siro nel 2017, è Giorgio Chiellini. Ma a differenza di Buffon, il difensore avrà la sua gara di addio, il 1° giugno a Wembley con l'Argentina. «Se starò bene giocherò e saluterò la Nazionale dove ho raggiunto l'apice della mia carriera, per ora lascio spazio ai ragazzi che son bravi». Bravi, ma non certo all'altezza dello juventino. E poi di difensori centrali nostrani nelle grandi squadre di A ce ne sono sempre meno: Bonucci e Acerbi fanno i conti con l'età, Bastoni e Mancini sono i profili futuri ma che però hanno ancora molta strada da fare.

L'uscita di scena di Chiellini segna di fatto la fine dell'era dei difensori all'italiana, la vecchia scuola fatta di marcature toste e asfissianti. E con gli azzurri ancora una volta spettatori della rassegna iridata, non può che calare un velo di nostalgia.

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