É una corsa contro il tempo. Come possono in appena 4 giorni, Prandelli e il suo staff, rigenerare quel gruppo Nazionale uscito malconcio tra la sfida di Praga (qualificazione) e l'amichevole con Haiti (preparazione alla Confederation cup) di martedì notte? Ci vorrebbe un mago. Oppure, come suggerisce il ct per la prima volta «preoccupato e teso», «bisogna lavorare soprattutto sulle motivazioni». Sembra facile ed invece siamo forse alle prese con la prima grana dell'era Prandelli e a fare i conti con un incastro di date che si sta rivelando un autentico pasticcio. Già, manca giusto giusto un anno all'inizio del prossimo mondiale (a proposito: 6 dei 12 stadi sono indietro nei lavori, proprio come accadde in Sud-Africa, ndr) e l'Italia si ritrova nella seguente condizione: la squadra titolare, spolpata dalla stagione, ha le ruote sgonfie, chi può subentrare, come la formazione schierata contro Haiti (solo Bonucci il titolarissimo schierato), reduce da un flop allarmante. Messico, Giappone e Brasile gli ostacoli seminati lungo il girone della Confederation cup possono ingigantire le crepe e moltiplicare gli affanni. Specie se, come riconoscono tutti, dal ct fino ai suoi allievi, «il deficit accusato è di natura fisica». Confessa Maggio, in pubblico: «Molti di noi sono stati in palestra durante il ritiro di Coverciano». Segno che la parziale spiegazione della figuraccia è legata alla preparazione. Sarà bene allora fare tesoro dell'attuale esperienza per limare meglio le date del prossimo piano mondiale: caricare di lavoro eccessivo un gruppo già logorato dalla stagione può diventare un autogol. Prandelli ne sembra consapevole: «Dobbiamo lavorare sull'orgoglio».
Motivazioni, orgoglio. Basteranno? A sentire Pelè, la storica icona del calcio brasiliano che ieri ha di fatto inaugurato il conto alla rovescia per il mondiale, la risposta sarebbe positiva. A parte i complimenti, inattesi, per Balotelli («è un bel centravanti, mi piace molto come gioca»), la sua analisi sulla Seleçao è la seguente: «Se riuscissimo ad avere la cattiveria delle nazionali europee, il titolo sarebbe alla nostra portata». C'è anche spazio per gli errori commessi nel posizionare l'amichevole a poche ore dall'arrivo a Rio de Janeiro. «Lo so, la sofferenza fisica era in preventivo ma è lo spirito che doveva essere diverso» la confessione di Prandelli, scortato da compagna e amici fiorentini nella passeggiata sulla spiaggia a pochi passi dall'albergo. D'altro canto che il cedimento con Haiti sia maturato negli ultimi sei minuti, non è un semplice caso. «Se Cerci, nell'uno contro uno, non supera mai l'avversario, capisci che c'è un problema fisico» l'altra riflessione del ct che nel frattempo può considerare fallito l'esperimento del 4-3-3 affidato appunto all'ala del Toro, finita sul taccuino rossonero prima che il cambio di sistema di gioco, diventasse la nuova bussola di Allegri. Ma la scudisciata più dura è di Gigi Buffon, capitano e portiere super a Praga della Nazionale vice-campione d'Europa. «Il risultato con Haiti è stato il frutto della superficialità» il suo giudizio schioccato sul viso di molti colleghi. Sirigu, il portiere di riserva compreso (sul secondo gol, il portiere del Psg si è seduto a terra prima del tempo) che invece dissente da Prandelli, «non penso sia stata una figuraccia, è servita a dare indicazioni».
Già, ma quali indicazioni? A dar retta alle ultime due esibizioni, contro il Messico ci sarebbe da cambiare il gruppo dei 23. E invece, vedrete, Prandelli ripartirà da Pirlo (a proposito: col Messico la presenza numero 100) e soci. Nella speranza che 4 giorni siano serviti a recuperare un po' di salute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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