C'è un doppio panettone e due Milano diverse pronte a divorarlo tutto

Inter bella e in vetta con la grana plusvalenze. Il Milan insegue tormentato dagli infortuni

C'è un doppio panettone e due Milano diverse pronte a divorarlo tutto

Il panettone è un classico del Natale italiano al pari di Inter e Milan in cima alla classifica di serie A e con ambizione dichiarata di tricolore. Da tempo, troppo tempo, avevano ceduto il passo ad altra razza padrona nel calcio, la Juventus dei 9 scudetti consecutivi, ma dall'inizio del 2021 hanno recuperato credito e risalito la malinconica china. A dire il vero l'Inter l'ha fatto col piglio del mattatore perché sulla spinta dell'arrivo di Antonio Conte e il costoso reclutamento di alcuni campioni (Lukaku, Hakimi tra gli altri), è riuscita a conquistare il 19esimo pur in presenza di clamorosi affanni finanziari del suo azionista di riferimento, Suning. Dai giorni spensierati di maggio, poi, sono arrivate decisioni rivoluzionarie (l'addio di Conte, l'arrivo di Simone Inzaghi dopo che Allegri rinunciò poiché in parola con Agnelli) e sacrifici (le cessioni di Lukaku e Hakimi più la perdita di Eriksen) così da far pensare a un velocissimo ridimensionamento di ambizioni e risultati.

Simone Inzaghi, sul punto, ha chiuso il 2021 rievocando con orgoglio quei pronostici disfattisti, ascoltati in casa e fuori, seguiti oggi dal riconoscimento pubblico e solenne di un'armata che veleggia con 4 punti sul Milan (dopo esserne stata staccata di 7). «Mai visto l'Inter giocare così bene» la confessione di Riccardo Ferri, uno che nell'Inter è stato una vita. È un panettone dolcissimo quello aperto ad Appiano Gentile (ieri è anche arrivato il rinnovo di Dimarco fino al '26) dove le uniche ombre sono rappresentate dai possibili sviluppi dell'inchiesta sulle plusvalenze e dai prossimi impegni finanziari riferiti a garantire la costruzione del nuovo stadio.

A Milanello hanno brindato al rientro dal successo di Empoli. Qui Pioli si è esibito in una mossa a sorpresa, quella di Kessie trequartista che è stata subito ripagata da un paio di sigilli dell'ivoriano e da un successo che è servito a far dimenticare il vistoso declino avvenuto in coincidenza con la perdita secca di troppi esponenti della rosa, da Calabria a Kjaer, da Leao, Rebic, per tralasciare Ibra che alla fine del girone d'andata ne ha saltate 10 oppure Theo e Diaz alle prese con un covid pesante. I 42 punti collezionati (uno in meno rispetto al passato torneo comandato fino a febbraio) sono una mezza impresa se si tengono in debito conto l'influsso negativo di tutti questi infortuni su cui si è aperto un dibattito assai aspro. Ed è questa la scommessa che il Milan ha già fatto in vista del 2022: recuperare in modo virtuoso e continuo tutti i grandi assenti per puntare al ruolo di competitor dell'Inter. Senza dimenticare l'esigenza primaria di sostituire Kjaer che sarà disponibile - nella migliore delle ipotesi - dal prossimo autunno.

Qui Maldini è stato trasparente con i tifosi: nessuna promessa di rimpolpare l'organico perché - ha dichiarato a Empoli «non sono più i tempi di Berlusconi», come a ricordare che i vincoli del nuovo azionista, fedele al format del calcio sostenibile impediscono di sognare chissà quali rinforzi per gennaio. Dove tra l'altro, per la coppa d'Africa, partiranno Bennacer e Kessie. E non è una perdita di poco conto. Un difensore e basta: questo il piano.

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