Libano, Israele spara ancora sulla base Unifil: feriti due caschi blu

Questa mattina le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro un posto di osservazione dell'Unifil nel Libano meridionale. Il bilancio parla di due peacekeeper feriti

Libano, Israele spara ancora sulla base Unifil: feriti due caschi blu
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Nuovo attacco dell'esercito israeliano contro un posto di osservazione della forza di mantenimento della pace Unifil, nel Libano meridionale. Secondo fonti delle Nazioni Unite, le Forze di difesa israeliane (Idf) avrebbero aperto il fuoco - i media parlano di colpi di artiglieria - nei pressi della base principale a Naqoura delle United Nations Interim Force In Lebanon. Il bilancio parla di due persone ferite. si tratterebbe di due soldati provenienti dallo Sri Lanka. Uno di loro, tra l'altro, risulterebbe esser stato ferito in maniera grave. I media libanesi avevano in precedenza spiegato che a essere colpito era stato il battaglione cingalese. Ieri, in un attacco simile, erano rimasti feriti due peacekeeper indonesiani.

Cosa succede tra Israele e l'Unifil

La tensione tra Israele e l'Onu non è mai stata così alta come dopo gli attacchi sferrati dalle Idf all'indirizzo delle forze di peacekeeping dell'Unifil. "ll vostro silenzio ha armato la nostra mano. Ora affrontiamo le conseguenze della decisione. Dobbiamo guardare avanti, noi dobbiamo discutere il futuro del Libano, un Libano libero da Hezbollah", ha detto Danny Danon, ambasciatore di Israele all'Onu, nel suo intervento al Consiglio di sicurezza andato in scena nelle scorse ore.

L'alto funzionario ha chiesto la piena applicazione della risoluzione 1701 e lo spostamento delle forze di pace dalla linea blu, quella cuscinetto, che si trova nel sud del Libano. "Noi - ha continuato - abbiamo chiesto a Unifil di spostare temporaneamente le forze di pace cinque chilometri a nord per evitare pericoli. Con l'intensificarsi dei combattimenti, Unifil ha scelto di restare. Noi chiediamo loro di riconsiderare questa decisione in modo da proteggere il personale".

Jean-Pierre Lacroix, capo delle forze di peacekeeping dell'Onu, non ha usato mezzi termini nello spiegare che la sicurezza degli oltre 10.400 caschi blu delle Nazioni Unite in Libano è "sempre più in pericolo". "I peacekeeper sono stati confinati nelle loro basi e hanno trascorso lunghi periodi di tempo nei rifugi", ha affermato, aggiungendo che la missione Unifil continua a rimanere pronta a sostenere tutti gli sforzi verso una soluzione diplomatica. I caschi blu di Unifil sono comunque determinati a rimanere al loro posto nonostante gli attacchi israeliani e gli ordini di spostarsi da parte delle Idf, ha aggiunto il portavoce della forza Onu, Andrea Tenenti.

Perché l'esercito israeliano attacca le forze dell'Onu?

La domanda più importante è: perché Israele ha attaccato le forze dell'Unifil? Si possono fare alcune ipotesi. Per il quotidiano libanese Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, Tel Aviv sarebbe interessato a "sostituire" l'Unifil con "un'altra forza multinazionale" che verrebbe schierata sul confine Libano-Israele e sul confine Libano-Siria, e quindi starebbe facendo di tutto per allontanare i caschi blu delle Nazioni Unite.

Altre fonti di sicurezza, invece, ritengono che gli attacchi delle Idf rivolti contro la forza di pace dell'Onu avrebbero come obiettivo quello di costringere l'Unifil a ritirararsi per non avere "testimoni scomodi" in vista di ipotetiche pianificazioni future dell'esercito. Oppure, non è da escludere nemmeno il fatto che Israele voglia allontanare i caschi blu delle Nazioni Unite per usare la zona come corridoio sulla costa e intrappolare così i combattenti di Hezbollah in una specie di tenaglia. Certo è che la situazione è sempre più tesa.+

Le parole di Guterres e Tajani

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha intanto dichiarato che il fuoco israeliano contro le forze di pace costituisce "una violazione del diritto umanitario internazionale". Gli attacchi israeliani contro le forze di pace sono "intollerabili" e "non devono ripetersi", ha sottolineato Guterres.

"Continuiamo a mandare messaggi chiari al Governo di Israele, che i soldati italiani non si toccano", ha affermato, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivando a Torino per partecipare ad un incontro sui collegamenti Italia - Francia. "Non sono militanti di Hezbollah i nostri soldati - ha aggiunto -ma sono quelli che hanno sempre garantito con un grande rispetto delle regole lavorando per la pace una situazione che permettesse anche alla popolazione civile israeliana di essere tutelata".

"Abbiamo ricevuto da poco un rapporto su danni all'avamposto Unifil nell'area di Naqoura. Secondo il rapporto, a seguito dei danni all'avamposto, due membri dell'Unifil sono rimasti feriti. L'incidente è in fase di indagine e i suoi dettagli sono in fase di esame", ha invece detto una fonte delle Idf al Times of Israel.

Meloni sente comandante contingente italiano

Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il comandante del Settore ovest della missione Unifil, generale Stefano Messina, dal quale ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del contingente italiano impegnato in Libano, dopo che il quartier generale e due basi italiane che si trovano negli avamposti sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'esercito israeliano.

Il governo italiano, si legge in una nota di Palazzo Chigi, ha formalmente protestato con le autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile. Anche per questo, l'esecutivo, attraverso il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato l'ambasciatore d'Israele in Italia, Jonathan Peled.

Dal canto suo, Meloni ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del governo, ai militari attualmente impegnati in Libano nell'ambito della missione Onu e di quella bilaterale Mibil. Meloni ha inoltre ricordato che gli italiani continuano a prestare un'opera preziosa per la stabilizzazione dell'area, in aderenza al mandato delle Nazioni Unite. "Il governo, nel confermare il ruolo fondamentale di Unifil nel sud del Libano, continua a lavorare per la cessazione delle ostilità e alla de escalation della regione", si è quindi concluso il comunicato istituzionale italiano.

Le reazioni del mondo politico e la precisazione del ministero della Difesa italiano

"Il diritto internazionale deve essere rispettato da tutti, compreso Israele. Se ha esigenze da rappresentare lo faccia all'Onu, non chiedendo di spostarsi. Nessuno si sposterà mai, siamo in un luogo per difendere la pace e tutelare una decisione dell'Onu sottoscritta peraltro da tutti i paesi, compresi Libano e Israele", ha dichiarato ministro della Difesa Crosetto.

Non sono poi mancate altre reazioni da parte del mondo della politica. "Gli attacchi ai danni del contingente Unifil non sono accettabili. Mentre aspettiamo l'esito dell'inchiesta promossa dal governo israeliano, dobbiamo ricordare che è interesse di tutti che il contingente Onu possa continuare a svolgere la sua funzione", ha detto al Tg1 la deputata Deborah Bergamini, responsabile Esteri e vicesegretario nazionale di Forza Italia

Non è mancato, infine, il chiarimento del ministero della Difesa italiano. "In merito alle notizie circolate nella giornata odierna, riguardanti un presunto terzo attacco contro le basi italiane di Unifil in Libano, il ministero della Difesa smentisce categoricamente tali affermazioni", si legge in un comunicato stampa dove si sottolinea come le verifiche condotte sul campo abbiano confermato che non vi è stato alcun ulteriore attacco.

"Sono attualmente in corso le attività relative a lavori di ripristino dei manufatti precedentemente danneggiati, eseguiti in pieno coordinamento e accordo tra le unità italiane di Unifil, le Forze armate libanesi e le Forze di difesa israeliane (Idf)", ha aggiunto il comunicato.

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