Nobel per la Pace ai sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki impegnati per un mondo senza atomica

Premio assegnato all'organizzazione giapponese Nihon Hidankyo "per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate"

HIroshima e Nagasaki, da Wikipedia
HIroshima e Nagasaki, da Wikipedia

Uno dei paradossi moderni è assegnare un Nobel per la Pace in un mondo dilaniato dalla guerre. Secondo l'Uppsala Conflect Data Program, nel 2023 sul pianeta erano 59 i conflitti armati, quasi il doppio rispetto al 2009. Eppure il Comitato norvegese che assegna il prestigioso premio Nobel, dopo aver scrutinato ben 286 candidature ricevute (197 individui e 89 organizzazioni), la sua decisione l’ha presa. Il Premio Nobel per la Pace 2024 va a Nihon Hidankyo, l'associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, nota anche come Hibakusha. "Riceve il premio per la pace per il suo impegno a favore di un mondo senza armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso testimonianze, che le armi nucleari non dovranno mai più essere utilizzate", ha dichiarato il presidente del comitato norvegese per il Nobel, Jrgen Watne Frydnes.

Costituita nel 1956 Nihon Hidankyo si prefigge di fare pressione sul Governo giapponese per aiutare le vittime e sollecitare il governo di Tokyo a promuovere l’abolizione delle armi nucleari.

NObel Pace 2024

Nuove minacce atomiche

Il Comitato norvegese per il Nobel nelle motivazioni ha voluto mettere in luce come le potenze nucleari stiano "modernizzando e potenziando i loro arsenali" mentre "nuovi paesi sembrano prepararsi ad acquisire armi nucleari e si sta minacciando di usare armi nucleari nelle guerre in corso". E in questo delicato momento della storia umana, prosegue il Comitato, "vale la pena ricordare a noi stessi cosa sono le armi nucleari: le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto". Nell'assegnare il Premio Nobel per la Pace di quest'anno a Nihon Hidankyo, il Comitato Nobel norvegese "desidera onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante la sofferenza fisica e i ricordi dolorosi, hanno scelto di usare la loro costosa esperienza per coltivare speranza e impegno per la pace".

"La testimonianza degli Hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, è unica", scrive il Comitato di Oslo. "Ci hanno aiutato a descrivere l'indescrivibile, a pensare l'impensabile e in qualche modo comprendere la pena e la sofferenza causata dalle armi atomiche".

Grazie alle preziose testimonianze e ai notevoli sforzi di Nihon Hidankyo nel mondo si è formato il "tabù nucleare", in ragione del quale nessun arma atomica è stata mai usata in guerra in quasi 80 anni. Ma qualcosa sta cambiando, purtroppo. "Le potenze nucleari stanno modernizzando e migliorando i loro arsenali - si legge nel comunicato del Comitato- altri Paesi appaiono pronti ad acquisire armi nucleari e vengono fatte minacce di usare armi nucleari in guerra in corso. In questo momento della storia umana vale la pena ricordarci che le armi nucleari sono le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto"

Chi erano gli altri candidati

Tra i candidati al Nobel per la Pace c’erano alcuni attivisti impegnati contro le guerre nella Striscia di Gaza e in difesa dell'Ucraina. Ad esempio i docenti della Libera Università di Amsterdam che hanno sostenuto le organizzazioni mediorientali EcoPeace, Women Wage Peace e Women of the Sun per essersi battute per promuovere la pace tra israeliani e palestinesi.

In lizza anche il Movimento russo degli obiettori di coscienza e il Movimento pacifista ucraino per l'impegno nella protezione degli obiettori di coscienza dalla violenza: ambedue per le attività svolte dopo l’invasione russa in Ucraina. Citata, per gli stessi motivi, anche l'organizzazione bielorussa Our House.

Secondo i rumors i "favoriti" sarebbe stati altri: l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Ocse, che da tre anni è diretto da un italiano, Matteo Mecacci; la Corte Internazionale di Giustizia, che nel gennaio scorso ha ordinato a Israele l’adozione di misure volte a prevenire atti di genocidio nella Striscia di Gaza; l’agenzia Onu per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa), diretta dell'italo-svizzero Philippe Lazzarini; la coalizione Stop Killer Robots insieme ad Article 36 e l'Unesco con il Consiglio d'Europa.

Tra le altre candidature proposte vi erano anche il miliardario Elon Musk, proprietario di Tesla e del social X; l’attivista-giornalista Julian Assange, fondatore di Wikileaks, da poco tornato in libertà in Australia; l’ex presidente Usa Donald Trump, su proposta della deputata repubblicana Usa Claudia Tenney, per i suoi “sforzi per promuovere la pace e la cooperazione tra Israele, Bahrain, Marocco, Sudan ed Emirati Arabi Uniti attraverso gli accordi di Abramo".

Come avviene la selezione

I nomi dei candidati al Nobel per la pace possono essere avanzati dai membri dei parlamenti nazionali e delle corti internazionali, nonché dai docenti universitari di Diritto e Scienze politiche, oltre che dai capi di organizzazioni internazionali e, ovviamente, dagli stessi membri del Comitato. Le candidature vanno presentate entro il 31 gennaio, poi si procede ad una scrematura per giungere ad una lista di finalisti. Il Comitato discute poi su ognuno dei nomi dei finalisti.

Casi controversi

Il Nobel alla Pace che più ha fatto discutere, di recente, è stato quello assegnato a Barack Obama nel 2009. Fu un premio sulla “fiducia”, basandosi più che altro sui discorsi pronunciati e sulle buone intenzioni, senza minimamente tenere conto degli attacchi militari ordinati dal leader della Casa Bianca con i droni (Yemen e Pakistan) e la troppa timidezza dimostrata sulla Siria.

Un altro caso controverso è quello ad Aung San Suu Kyi (1991), che all’epoca era rinchiusa in carcere come oppositrice al regime al potere in Myanmar. Decenni dopo la leader birmana non condannò il massacro della minoranza dei Rohingya da parte dell’esercito.

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