«C'è Gigi?». Come nello spot della Cremeria, in tanti martedì sera hanno «citofonato» al Parma per sapere se Buffon fosse in casa. No, Gigi non c'era. Si trovava a San Siro. Una prestazione, la sua, da leccarsi i baffi; tanto da far rimanere «gelati» chi pensava che lui fosse solo un ex grande portiere.
Invece Gigi ha dimostrato di essere - a 44 anni suonati - tutt'altro che un portiere suonato. Il Parma, fino a 2 minuti dalla fine, aveva annullato un'Inter specialista nel riempire il vuoto di nulla. Ma poi sappiamo com'è andata: Gigi battuto da un autogol, Gigi che torna 18enne sul piattone di Dzeko, Gigi che respinge di pugno (ah, se quella palla l'avesse bloccata...) e viene beffato dal tragicomico colpo di testa di Acerbi. Partita chiusa e tanti saluti all'impresa (mancata) del Parma. Subito dopo l'acerbo scherzetto del difensore interista, i capelli inopinatamente corvini di Buffon non fanno un plissé, mentre la bocca si apre al solito sorriso ecumenico: apprezzato da alcuni, detestato da altri. Alla seconda categoria appartengono quei buzzurri che a San Siro hanno ricoperto di insulti l'ex portiere della nazionale non perdonandogli i trionfali trascorsi juventini.
Buffon - da gran signore e campione - non ha abboccato alle provocazioni, rispondendo sul campo a suon di parate. E, alla fine, gli stessi contestatori, non hanno potuto evitare di applaudirlo.
Complimenti a Gigi, per la 250esima partita col Parma (il club dove ebbe inizio la sua fantastica carriera e dove, chissà quando, terminerà), sono giunti ieri pure da molti giornali stranieri, erroneamente convinte che avesse già da tempo appeso i guanti al chiodo.Invece «Gigi c'è» ancora. Goloso, come da giovane, di parate. E gelato. Gusto crema, possibilmente.
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