Un sinistro di controbalzo di Marco Borriello pietrifica Antonioli sul palo lontano, l’ultimo eroe bianconero è un centravanti dimenticato e schizzato sul sintetico del Manuzzi a dieci dal termine. Il Cesena perde e scende in serie B, la Juventus vince e migliora la sua classifica perché le giornate diminuiscono e il suo vantaggio di tre punti sul Milan no. I padroni del loro destino vanno avanti, hanno giocato un’ora e mezza dalle parti di Antonioli, hanno sbagliato un rigore, hanno fatto la parte del Barcellona che tiene imprigionati gli avversari dentro i sedici metri della loro area, ma la storia è finita meglio. E quel Borriello mollato proprio da Massimiliano Allegri che si sveglia a quattro giornate dalla fine e alla diciassettesima presenza segna il suo primo gol: «Bello no? Cosa potevo chiedere di più? A dieci minuti dalla fine».
Il Cesena ha messo quasi tenerezza, Beretta ha schierato due linee difensive davanti alla sua porta, poi Del Nero dietro a Rennella. Una scelta che ha tenuto la Juventus in equilibrio per ottanta minuti ma non ha prodotto neppure un tiro in porta, Pirlo al posto di calare con il passare dei minuti ha aumentato i giri e ha continuato a tenere la squadra sveglia e tonica. Un altro mollato da Massimiliano Allegri e le recriminazione aumentano. Il 21 della Juve è entrato in tutti movimenti offensivi, ha distribuito con equità a Vucinic, Marchisio e Matri, ha anche fallito un rigore colpendo il palo alla destra di Antonioli ma ha involontariamente reso giustizia a una manchevolezza di Guida che ha giudicato male un intervento con la mano di Moras prima della riga d’area, piedi fuori e braccio anche.
Guida, coadiuvato malissimo dal suo collaboratore di destra Petrella, ha indicato il dischetto e ammonito Colucci per giustificatissime proteste. Era l’8’, Pirlo ha colto di precisione il palo, a volte sono svolte che cambiano gli umori, magari la Juve si sgonfia, il Cesena prende coraggio. Invece niente, i minuti iniziali sono rimasti sufficientemente annoianti con il Cesena subito calato nella parte di chi deve respingere gli assalti e basta. Beretta retrocede ma Ceccarelli, Rodriguez, Benaoulane e Moras hanno retto alla grandissima, Antonioli ha dovuto compiere una prodezza su Matri, sfiorato il gol fantasma, e poco altro. Bucato solo da una prodezza di Borriello che lavora un pallone aereo deviato da Vucinic su iniziativa di Alessandro del Piero. In fondo la storia della Juventus gira sempre attorno a lui, era entrato da un quarto d’ora salutato dal Manuzzi con un boato. Poi il Cesena non ne aveva più, Beretta li ha spremuti come limoni, fuori Colucci per una probabile elongazione alla coscia sinistra, Del Negro in campo un quarto d’ora abbondante con i crampi come Djokovic. Rimane una grande prova di orgoglio davanti a una squadra che al fischio d’inizio aveva 49 punti in più in classifica.
La Juve ha colto la settima vittoria consecutiva, restano spettacolari le cifre che certificano una stagione tremenda, Buffon inoperoso è un ulteriore segnale, se c’è qualcosa di non superbo da sottolineare eccoci pronti: Matri poco mobile, Vidal tornato sulla terra, De Ceglie e Caceres poco ispirati sulle fasce. Ma questo Cesena oltre non ha richiesto, Chiellini non ha neppure avuto bisogno di azionare i gomiti, Marchisio ha scorrazzato a piacimento e Borriello ha travolto tutti per correre da Conte dopo il gol.
L’appunto certifica un feeling che va oltre le scelte tecniche, Borriello ha mollato tutti per abbracciare chi gli ha spesso preferito un altro.
C’è un centravanti che segna e sfoga la sua rabbia verso la panchina che lo ha visto relegato per troppe giornate e c’è un centravanti che ringrazia chi gli ha dato fiducia. Magari a fine stagione la differenza sta anche qui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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