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Dopo le cadute e la paura corridori in autogestione. Vince Kristoff in volata

Al Tour de France diluvio e troppi rischi, si sceglie di arrivare insieme. Il norvegese prima maglia gialla

Dopo le cadute e la paura corridori in autogestione. Vince Kristoff in volata

Il Col d'Eze è lì in alto che osserva Nizza, ed è lì che oggi i corridori torneranno a darsi battaglia in una tappa da far girare la testa, tutta all'insù con più di 4 mila metri di dislivello. Eze è anche conosciuta per i suoi saponi e ieri, sulle strade nell'entroterra delle Alpi Marittime, sembrava davvero che qualcuno si fosse preso gioco dei corridori e del Tour gettando sapone di Fragonard lungo le strade. La prima del Tour ai tempi del Covid è un lungo elenco di colpi di scena: soprattutto di cadute. Sotto il diluvio succede di tutto. Si fa prima a dire chi riesce alla fine a tornare in albergo integro, senza essere finito per le terre almeno una volta. Sembra di assistere ad un film di Ridolini, dove corridori planano sull'asfalto, come pietre di curling sul ghiaccio.

La situazione si fa talmente delicata e al limite del grottesco, che i corridori arrivano a tutelarsi da soli, inscenando una sorta di autogestione. Per la serie: andiamo giù tutti assieme, perché altrimenti qui al traguardo non ci arriva nessuno. Tutto questo succede a una sessantina di chilometri dal traguardo e la corsa entra nel vivo solo quando ne mancano venti. Lo spettacolo non è dei migliori, per quanto ci riguarda non è il massimo visto che siamo al Tour, ma tant'è.

Il primo giorno di Tour dell'era Covid è senz'altro più bello e radioso per il norvegese Alexander Kristoff, che sul traguardo di Nizza vince con una volata potente e rabbiosa. Pochi lo davano in condizione, nessuno l'aveva pronosticato tra i probabili pretendenti alla maglia gialla, e invece il 33enne corridore della Uae Emirates, compagno di squadra di Fabio Aru, si fa trovare puntualissimo con la storia. Già vincitore di una Sanremo, un Fiandre, un Europeo e tre tappe in Francia prima di ieri, a 33 anni si toglie la soddisfazione di indossare anche la maglia gialla. «Sono felice come un ragazzino spiega il norvegese a caldo - È stata una tappa molto difficile e complicata, ma alla fine sono riuscito a portare a casa un grandissimo risultato per me e il mio team. Certo, domani (oggi per chi legge) la maglia la perderò, ma la gioia di aver indossato almeno una volta nella mia vita la maglia gialla è impagabile».

Alle sue spalle l'iridato Pedersen e l'olandese Bol, che gli finiscono in scia, sbarrando entrambi la strada al nostro attesissimo Giacomo Nizzolo, costretto a smettere di pedalare per non finire pure lui per le terre. Alla fine il campione d'Europa è settimo, alle spalle di Elia Viviani. Quella di ieri la potremo definire battaglia, visti i caduti. L'elenco è ricco: per ultimo ci entra anche la grande speranza francese Pinot, finendo nel groviglio sulla Promenade des Anglais a tre chilometri dall'arrivo. Prima dio lui era toccato, fra i tanti, ad Alaphilippe, Quintana, George Bennett, due volte a Sivakov ed altrettante al suo compagno Amador, entrambi scudieri di Bernal. Pure Miguel Angel Lopez si esibisce e vince il premio per la caduta più spettacolare di giornata. In piena discesa, il colombiano perde il controllo della bici e va a schiantarsi contro un cartello: ne esce incredibilmente illeso.

Oggi si sale, speriamo che restino in piedi.

Classifica: 1) Alexander Kristoff (Nor, Uae), 2) Pedersen (Dan) a 4'', 3) Bol (Ola) a 6'', 4) Sam Bennett (Irl) a 10'', 5) Sagan (Slk) st, 6) Viviani, 7) Nizzolo, 12) Trentin.

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