Sono lacrime di gioia. Questa volta. Tania Cagnotto sale sul tetto del mondo con una parabola d'oro e si tuffa nella leggenda. Una medaglia conquistata con un capolavoro che rasenta la perfezione. A Kazan, in terra di Russia, Tania entra nella storia con la stessa eleganza e classe con cui disegna l'ingresso in acqua dei suoi tuffi. Un trionfo nel trampolino da un metro a cui è quasi impossibile dare valore, tanto è grande perché l'oro mondiale nei tuffi mancava all'Italia da quarant'anni e un giorno, Klaus Dibiasi a Cali. E poi l'azzurra spezza l'egemonia cinese nel trampolino come solo all'altrettanto grande Julia Pakhalina era riuscito nell'ultimo decennio.
La portata del successo è nelle parole della stessa Cagnotto dopo il pianto a dirotto sul podio durante l'inno di Mameli: «L'oro mondiale per me aveva la stessa valenza di una medaglia olimpica, quindi è un sogno realizzato». Inseguito a lungo e sfuggito nel modo più crudele due anni fa a Barcellona per soli dieci centesimi. Una beffa dopo l'altrettanto grande delusione olimpica di Londra, allora venti i centesimi per lasciarla giù dal podio. Ma da quel micidiale uno-due che avrebbe steso chiunque, non un patrimonio dello sport italiano, è nata una nuova Tania. Leggera, ma soprattutto serena e questo le ha permesso di approcciare le gare in maniera diversa.
E così è nato il prodigio di Kazan al quale ha contribuito anche la rabbia per la delusione del sincro. E così domenica nelle eliminatorie si è infilata tra le due cinesi, poi l'attesa infinita: «Avevo una strana sensazione, non sapevo dove sbattere la testa». In finale, invece, lo sapeva eccome: con i primi due tuffi ha destabilizzato le avversarie, con la terza acrobazia le ha mandate fuori giri mentre la baby australiana, che si tuffa con un programma da uomo, era solo anonima. Dopo la terza rotazione la Cagnotto ha guardato il tabellone e la “discesa” soddisfatta nell'idromassaggio valeva più di molte parole. Il penultimo tuffo le ha fatto toccare il cielo: cinesi a distanze siderali, in doppia cifra. Qui forse si sono rivisti i fantasmi di Barcellona, con lo stesso tuffo sbagliato allora da eseguire. E anche stavolta è stato un poco “abbondante”. Ma alla cinese non è riuscita la rimonta e per la Cagnotto è stato trionfo per un punto e pochi centesimi. Il suo punteggio, 310.85, è secondo solo a quello degli Europei di Torino 2009, e papà Giorgio sottolinea: «Se avesse fatto l'uno e mezzo rovesciato come nei preliminari avrebbe ottenuto un punteggio assurdo. E' una medaglia pazzesca». Giusto finale di una crescita incredibile culminata a trent'anni: bronzo-argento-oro negli ultimi tre mondiali dal trampolino di un metro. Che ha solo una pecca, non è specialità olimpica.
«Stavolta vinco io di poco», la rivincita dell'azzurra che si lascia andare: «Sono al settimo cielo. Avevo anche sognato di battere le cinesi». E' il suo ultimo mondiale e quindi «chiudo in bellezza», anche se venerdì si tufferà dai 3 metri. E Oscar Bertone, il tecnico che da dopo Londra è nello staff, rilancia: «Questa medaglia può cambiare la storia».
E allora Tania se la coccola e si asciuga le lacrime, quelle scappate anche al papà allenatore: «è una bella soddisfazione, mai successo di vederlo piangere», sorride l'azzurra. Lacrime anche per mamma Carmen da casa, anche lei tuffatrice. Perché Tania è figlia d'arte due volte.
E tocca a lei portare l'oro mondiale in casa, ottava medaglia in altrettante edizioni iridate. La festa, per ora, ha una sola richiesta: «Portatemi fuori a cena, qui si mangia male… voglio una bistecca». Impossibile dire no a una campionessa del mondo che ha fatto piangere di gioia l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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