«Calciatrici lesbiche» Nei guai Belloli erede di Tavecchio

«Calciatrici lesbiche» Nei guai Belloli erede di Tavecchio

Il primo è stato Carlo Tavecchio a parlare di banane e extracomunitari, con accuse di razzismo e relativa squalifica in campo europeo. Ora è la volta di Felice Belloli, pupillo di Tavecchio, da lui messo 6 anni fa alla presidenza dei dilettanti lombardi e dallo scorso 10 novembre al vertice della Lega Nazionale Dilettanti (proprio al posto del 72enne ex sindaco di Ponte Lambro), che si sarebbe fatto sfuggire espressioni sessiste lo scorso 5 marzo in occasione della riunione del Dipartimento di calcio femminile che ha come coordinatrice l'ex presidente della Roma Rosella Sensi.

Proprio in riferimento ai contributi richiesti dal football rosa per potersi strutturare in Italia, in piena riunione le parole di Belloli, riportate anche nel verbale, hanno scioccato i presenti: «Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche». Il condizionale è d'obbligo, vista anche la decisa reazione di Belloli che nega e si difende: «Io penso che qualcuno mi abbia teso un tranello. Non dovrebbe essere possibile che esca un documento del genere. Bisogna dimostrare che io abbia detto quelle cose, anche in presenza di un verbale. Comunque io non le ho proprio dette».

E sulle sue dimissioni richieste dall'Associazioni nazionale atlete, che hanno scritto a Renzi, Malagò e Tavecchio, la risposta di Belloli è decisa: «Dimissioni? Lasciamoli parlare, vedremo presto la verità. Naturalmente sono vicino al calcio femminile, ma certamente soldi a pioggia non ne daremo più, come invece avvenuto fino allo scorso anno (guarda caso quando presidente della Lnd era Carlo Tavecchio, ndr) e continuo a dirlo da un pezzo perché soldi non ce ne sono più come in passato».

Belloli tiene a far rilevare che la sua posizione è allineata con quella del presidente federale Tavecchio, che pure nell'insidiarsi aveva parlato di rilancio del calcio femminile. «Siamo assolutamente in sintonia. E nel 2014 il calcio femminile ha ricevuto 345mila euro, di cui una parte dalla Federcalcio e una dalla Lega dilettanti».

La difesa di Belloli non sarà però sufficiente ad evitare l'inchiesta, perché la Procura federale ha subito acquisito il verbale incriminato e iniziato il suo lavoro che potrebbe portare al deferimento di Belloli e alla sua squalifica.

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