Alla cannibale Vonn le coppe non bastano più Hirscher re col sospetto

Alla cannibale Vonn le coppe non bastano più Hirscher re col sospetto

SchladmingE' finita. Con Marcel Hirscher a specchiarsi nella grande sfera di cristallo e Lindsey Vonn, prima donna a superare in altezza e stazza il numero 1 della stagione, a sforzarsi di sorridere dopo aver fallito l'ultimo obiettivo che le era rimasto, quello del record di 2.000 punti che Hermann Maier detiene da 12 anni. Gliene sono mancati venti, ieri in gigante l'americana non ha fatto un figurone, 16ª dopo la prima manche, nella seconda è stata frenata dalla perdita di un bastoncino e si è fermata a quota 1980, miglior donna di sempre ma a lei non basta: al traguardo si è messa a picchiare i pugni sulla neve come un bimbo che fa i capricci e più tardi, sul podio, sembrava la più infelice delle campionesse.
E' così che bisogna essere per meritarsi il titolo di cannibali dello sport? Sarà, ma ci sarebbe da discutere sul tema. Un'altra volta forse, ora pensiamo a lui, a Marcel Hirscher, sul podio ben più entusiasta ed emozionato della Vonn. Normale, lui aveva iniziato la stagione puntando a fare bene in gigante e slalom e si ritrova sul trono assoluto. Ieri in slalom l'austriaco ha inforcato e si è fermato dopo un metro esattamente come nello slalom di una settimana fa a Kranjska Gora. Bravo, un signore, finalmente ha capito come funziona, il dubbio sulle sue prime gare di gennaio, vinte con sospette inforcate, però resta. Con 100 punti in meno, quelli dello slalom di Zagabria in cui personalmente ho la certezza che Hirscher abbia inforcato, la coppa l'avrebbe vinta Beat Feuz ma con i se e con i ma non si scrive la storia, men che meno quella di una stagione stranissima, coi protagonisti più attesi finiti dal terzo posto in giù e i due che non ti aspetti a lottare fino all'ultimo per il titolo che un anno fa era stato di Ivica Kostelic, il croato che ieri ha abdicato non solo dal trono della generale, ma anche da quello dello slalom. Nell'ultima gara Kostelic è incappato in uno dei rarissimi errori della sua carriera e lo svedese Andre Myhrer ne ha approfittato come doveva, vincendo e superandolo nella classifica di coppa che non ha visto italiani sul podio finale, nonostante una stagione da protagonisti, con otto podi e una vittoria in 11 gare.
Stefano Gross ieri ha chiuso settimo, Cristian Deville è invece saltato nella seconda manche dopo che Razzoli, Moelgg e Thaler lo avevano fatto nella prima. Deville e Gross sono così rimasti al quarto e quinto posto finale, niente male per due che fino a 5 mesi fa non erano mai saliti sul podio e che quest'inverno lo hanno fatto per 4 e 3 volte rispettivamente, ma per come si era messa la stagione forse si sperava in qualcosa di più e il gesto di rabbia di Stefano Gross ieri alla fine della sua fatica la dice lunga: quando ti abitui ad arrivare davanti, un settimo posto non basta più.
E' bastato eccome invece ieri a Federica Brignone il terzo posto, quarto podio della sua stagione chiusa senza la sperata vittoria ma con la certezza di poterla agguantare prima o poi. Ieri a batterla sono state Viktoria Rebensburg, che ha confermato di essere la numero 1 del gigante con la conquista della seconda coppa consecutiva, e Anna Fenninger. Fede ha chiuso sesta nella classifica di specialità grazie a tre secondi e un terzo posto e nonostante tre uscite: la sua stagione, come anche quella di Deville, insegna che se si vuole puntare al podio finale non bisogna sbagliare quasi mai, uno zero punti è difficile da recuperare, i tre di Fede o i quattro di Cristian addirittura impossibili.

Per l'Italia, così, l'unico podio finale è quello del "vecchio" Max Blardone in gigante, nella classifica generale i nostri restano lontani, fra gli uomini il migliore è Innerhofer 17°, fra le donne la Merighetti 15ª. Eppure come squadra gli azzurri chiudono secondi alle spalle della sola Austria. Dove sta l'errore?

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