L'argento mozzafiato. La canoa azzurra fa ancora meraviglie ai Giochi Olimpici. Dopo l'oro di De Gennaro nello slalom, arriva il secondo posto di Gabriele Casadei e Carlo Tacchini nella velocità. Che gara incredibile quella del tandem azzurro nel C2 500: settimi ai 250 metri, Gabriele e Carlo hanno saputo rimontare nella seconda parte fino alla piazza d'onore dietro soltanto ai cinesi Liu Hao e Ji Bowen, i favoriti della vigilia, superando al fotofinish sia gli spagnoli Joan Antoni Moreno e Diego Dominguez, poi terzi, sia gli atleti neutrali Zakhar Petrov e Alexey Korovashkov, quarti.
Quello ottenuto sulle acque del Vaires-sur-Marne Nautical Stadium è un risultato storico per il movimento della canoa: l'equipaggio italiano, infatti, ha riportato una canadese biposto sul podio olimpico 64 anni dopo l'altro secondo posto ottenuto da Aldo Dezi e Francesco La Macchia a Roma 1960 (in quell'edizione nel C2 1000, peraltro la prima medaglia a cinque cerchi della canoa tricolore). Nella canadese, tutti gli atleti pagaiano solo da un lato (destro o sinistro) stando all'interno dell'imbarcazione in ginocchio, a differenza del kayak, dove invece l'atleta è seduto. «La 30esima medaglia dell'Italia a questa Olimpiade è un'emozione indescrivibile. Una gara fantastica, è stata perfetta in tutto. La chiusura, che è il nostro punto di forza, è andata alla perfezione», racconta Casadei. «Significa molto questa medaglia, perché dimostra che il mondiale dell'anno scorso (chiuso al 7° posto, ndr) non era il risultato che meritavamo - commenta Tacchini -. Sapevamo che il C2 500 è sempre una gara molto combattuta: si può salire o scendere dal podio per decimi di secondo e così è stato».
I due vicecampioni olimpici arrivano entrambi dal Piemonte e sono tutti e due atleti delle Fiamme Oro: Carlo, 29 anni, è il veterano tra i due e arriva da Verbania; Gabriele, 22enne capovoga, è di Ivrea. Hanno iniziato a lavorare insieme nel 2022, formando questa barca competitiva nella nuova distanza olimpica del C2 500. In un paio d'anni, i due alfieri hanno saputo raggiungere risultati straordinari. Dopo aver ottenuto la qualificazione olimpica con il settimo posto ai Mondiali dello scorso anno, insieme hanno vinto la medaglia d'oro ai Giochi Europei di Cracovia a giugno 2023 e il bronzo continentale quest'anno a Szeged. Ora c'è questo argento olimpico che ripaga dei grandissimi sforzi di questo binomio preparato a puntino dal tecnico federale, Alessandro Ventriglia sotto la guida dell'allenatore Oreste Perri. Il quale, ieri, a stento ha trattenuto le lacrime in una delle telecronache più commoventi dei Giochi: «Bellissimo. Ora sto zitto, scusate», così in piena diretta Rai. L'emozione, come recita il brano di una canzone, non ha voce. E pensare che Oreste Perri ne ha visti di trionfi e di medaglie nei grandi palcoscenici. Lui, cremonese nato nel 1952, è stato quattro volte campione del mondo prima di diventare direttore tecnico della nazionale.
Ha guidato gli azzurri da Seul '88 fino a Pechino 2008, conquistando dodici medaglie olimpiche, quattro d'oro con protagonisti Antonio Rossi e Josefa Idem. Poi una parentesi nella politica, prima di tornare a fare il direttore tecnico. Adesso, la tredicesima medaglia da tecnico. Quella che ha fatto scendere nel suo volto altre lacrime.
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