
Si gioca. A meno di sorprese, rinvii, sospensioni, cancellazioni. Provoco apposta perché il sistema calcio italiano si presta alla qualunque, le ultime decisioni legate ad Atalanta-Lecce, dopo quelle di lunedì scorso relative a Genoa-Lazio, ne sono una manifesta conferma, totale assenza di rispetto per i club, scelte unilaterali nel nome delle tivvù e non certamente dei tifosi e dei calciatori, il potere logora ma serve per tutelare l'istituzione. Per fortuna c'è il pallone e il calendario sta per offrire clamorose sorprese, le famose cinque giornate della serie A. A chi parla di regolarità segnalo che oggi l'Inter giocherà contro la Roma non in contemporanea con il Napoli ma questo perché i campioni d'Italia saranno impegnati mercoledì sera in champions contro il Barcellona, sarebbe stato coerente allineare l'inizio di Napoli-Torino alla stessa ora ma trattasi di quisquilie, pinzillacchere come diceva Totò, figura ideale per il sistema. Sta di fatto che le due partite possono essere decisive per lo sviluppo finale, il peso sulle spalle del gruppo Inzaghi è nettamente superiore alle responsabilità che riguardano Conte e la sua orchestra anche se lo stato di fibrillazione di entrambi gli allenatori è segnale di grande nervosismo. Si attendono conferme dal Milan a Venezia e risposte dalla Juventus contro il Monza, nel primo caso non dovrebbero esserci controindicazioni, nel secondo, tutto è ormai possibile e probabile in un club, all'interno e attorno al quale si agitano voci e azionisti. Domani Lazio e Bologna, contro Parma e Udinese devono ribadire le voglie di champions.
Totale: tutto è ancora aperto e gli arbitraggi sono sotto osservazione. Per il momento, per fortuna, non abbiamo casi Burgos, il basco, direttore di gara di Barcellona-Real Madrid, disperato in lacrime per le accuse madridiste. Da noi al massimo si finisce in mugugni e risate.
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