Cassano, Zaccardo e lo Zar: quando lo sport ci spiazza

Antonio: "Mi ritiro, anzi no". Il terzino si offre su Linkedin. Zaytsev-Italia, guerra per una scarpa

Cassano, Zaccardo e lo Zar: quando lo sport ci spiazza

Da domani un'altra ondata di aria rovente, proveniente dal Sahara, planerà sull'Italia riportando le temperature intorno ai 40°. Quindi preparatevi: quello che è successo negli ultimi due giorni potrebbe essere solo l'antipasto, nuovi colpi di calore potrebbero regalarci una follia al giorno.

Come quella di Antonio Cassano, che a 35 anni suonati e dopo 400 giorni di sostanziale inattività è andato in tilt dopo i primi allenamenti col Verona. Altro che bere molta acqua e non uscire nelle ore più calde, l'ultimo «vecchietto» illustre del calcio italiano è stato messo a sudare in quel di Mezzano di Primiero (giura di averne già persi 7 ma a occhio tra lui e il peso forma ci sono ancora dei chili di distanza) e ha subito ceduto alla fatica e allo sconforto. La voce ha iniziato a girare in mattinata: Cassano getta la spugna, si ritira. La motivazione ufficiosa faceva sorridere, si parlava - e si è parlato anche nella conferenza stampa riparatrice - di nostalgia per la famiglia, neanche fosse andato per davvero a giocare in Cina.

Alle quattro di ieri pomeriggio erano attesi il suo commiato e le relative spiegazioni, invece Fantantonio ha di nuovo spiazzato tutti: «È stato un momento di debolezza, avevo parlato con Pecchia per dirgli che volevo staccare e sarebbe stata una caz... clamorosa, peggiore di tutte quelle che ho fatto. Avevo nostalgia della famiglia, poi i dirigenti li hanno fatti venire qui anche se non si potrebbe e mi hanno dato la forza di continuare. Mia moglie mi ha detto: "Non possiamo non vederti giocare, io e i bimbi". Mi sono commosso, ci siamo commossi tutti, ora voglio ripagarli facendo una stagione super».

Insomma sono riusciti a farlo ragionare. A fargli capire che stava deludendo le migliaia di tifosi gialloblù accorse a salutarlo e che ieri, prima del dietrofront, erano già passati agli insulti. Antonio sembra averlo capito: «Difficilmente chiedo scusa - ha detto -, ma stavolta mi sento di farlo e prometto che con due giocate vi farò dimenticare tutto».

E così, almeno fino al prossimo colpo di testa, si è tenuto il suo nuovo posto di lavoro. Di questi tempi non è facile averne uno e anche il dorato mondo del pallone non fa eccezione, se è vero che un ex campione del mondo come Cristian Zaccardo sta cercando di strappare un ingaggio autopromuovendosi su Linkedin, il social network dedicato ai contatti professionali. «Ho rescisso il contratto che mi legava al Vicenza - ha scritto il terzino coetaneo di Cassano -, sto ancora bene e potrei giocare due anni a livelli alti, chi mi prende fa un affare». E pare che stia funzionando: «Ho ricevuto offerte da Australia, Portogallo, Grecia, Repubblica Ceca e India - ha detto a Radio24 -, mi piacerebbe fare un'esperienza fuori».

Nel suo caso più che un colpo di calore potrebbe essere stato un colpo di genio, mentre è difficile trovare del raziocinio nella (assurda) vicenda che ha coinvolto il pallavolista Ivan Zaytsev, punta di diamante della nazionale d'argento a Rio. Lo «Zar» pretende di utilizzare le scarpe del suo sponsor anche quando veste l'azzurro, ma siccome la federazione è sotto contratto con un altro partner tecnico non si può fare. Ivan adduce particolari esigenze fisiche, la Fipav gli è venuta incontro e ha ottenuto di far realizzare un modello personalizzato, ma lui non ne vuole comunque sapere.

E così, a poco più di un mese dagli Europei, il simbolo dell'Italvolley è stato cacciato dal ritiro di Cavalese. Che in teoria dovrebbe essere un posto fresco, ma evidentemente a luglio il sole picchia forte anche da quelle parti...

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