Non benissimo, diciamolo, ma l'Inter B basta e avanza per centrare la storica centesima vittoria tra Coppa Campioni e Champions e battere l'onesto Salisburgo, grande di Austria (avessi detto) che in questo periodo non sta vincendo nemmeno in casa. Inzaghi soffre la partenza avversaria, trova il gol senza quasi cercarlo, alla prima azione, e quando gli avversari pareggiano impiega una manciata di minuti per ristabilire le distanze. Qualificazione agli ottavi molto più vicina, ma certo mai in discussione. L'Inter non è ancora una grande squadra, soprattutto nella versione bis, ma da grande squadra gioca e pensa: controlla, aspetta, colpisce. E adesso aspetta Lukaku (e Mourinho) con i serbatoi ancora pieni.
La zampata di Sanchez strappa Inzaghi dalle ambasce iniziali, figlie della corsa e dei muscoli del Salisburgo. Grande giocata di Mkhitaryan, che pesca il cileno dal lato opposto dell'area, il piatto destro a chiudere in porta è tanto scolastico quanto efficace. Nel primo tempo, niente prima e poco dopo per i nerazzurri, che lasciano lungamente e volentieri l'iniziativa agli avversari. Il tecnico Struber alza moltissimo entrambi i terzini per tenere Dumfries e Carlos Augusto lontano dalla porta: Inzaghi li aspetta ed evita di cedere la superiorità numerica agli avversari. Poi è la classe più della forza a fare la differenza.
Smania Simic jr, grande atteso per il passato milanese del papà, ma non sempre i desideri diventano realtà. È decisivo nell'azione del pareggio provvisorio, ma la sua partita resta un'incompiuta. Meglio il suo compagno di linea Glouck, addirittura più giovane (19 anni), due piedi e grande fisico.
Nell'intervallo, Inzaghi toglie come da copione Mkhitaryan, ammonito e reduce dai 90' di Torino, affiancando Barella (centrosinistra) a Frattesi, alla seconda da titolare in stagione, un po' impreciso, ma frenetico e voglioso, come dimostrano il rigore conquistato e l'assist per capitan Lautaro, col Var (fuorigioco) che nega la 12esima prodezza stagionale al capitano. Ma tanto non sarà la differenza reti a stabilire le gerarchie del girone.
In avvio di secondo tempo, è molto grave l'errore di Carlos Augusto (completamente solo perché dimenticato dagli avversari) che di controbalzo calcia clamorosamente fuori, anche perché diventa prodromico al provvisorio pareggio di Glouck, dopo gran bella giocata di Simic su Bastoni e tocco finale di Kjaergaard. Il pareggio gela il pubblico di San Siro, già infreddolito per la pioggia, ma non la squadra in campo, perché la reazione della banda Inzaghi è immediata e rabbiosa.
Frattesi conquista il rigore (ingenui Gourna-Douath e Pavlovic), Calhanoglu lo trasforma con calma olimpica, ristabilendo le distanze. L'Inter migliore è quella finale, si difende con ordine e riparte attaccando (e sprecando). Per stavolta va bene così.
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