Finiscono probabilmente al Grande Torino' le speranze dell'Inter di acciuffare la qualificazione ai preliminari di Champions League. Il 2-2 con cui si è chiusa la sfida con i granata rischia infatti di vedere stasera ancor più allungata la distanza dal terzo posto: è comunque ovvio che, se i nerazzurri dovranno accontentarsi dell'Europa secondaria, la colpa non sarà certo della gestione di Pioli il quale, da quando ha sostituito De Boer, ha conquistato 38 punti in 17 partite facendo peggio solo di Napoli e Juventus. Ci ha provato fino in fondo, la Beneamata: andando in vantaggio e poi rimontando, buttando tutto in campo fino al novantesimo e oltre, quando però Perisic ha peccato di precisione e senza praticamente mai trovare in Icardi l'uomo dal guizzo decisivo. Meglio, nel confronto indiretto tra bomber, Belotti: nemmeno lui ha potuto gioire personalmente, ma comunque ha messo lo zampino nell'azione del momentaneo 2-1.
La partita che in teoria avrebbe dovuto proporre le scintille da parte dei centravanti comincia con due lampi dei centrocampisti. Tra i più discussi. Perché Kondogbia è finito spesso sul banco degli imputati e solo recentemente ha trovato continuità di rendimento, mentre Baselli è stato più volte rimbrottato da Mihajlovic per non dare quanto meno l'impressione di attingere a tutto il proprio potenziale. Succede così che dopo avere assistito per metà del primo tempo a una partita giocata in maniera aperta de entrambe le squadre l'Inter trovi il vantaggio con il francese ringraziando la disattenzione dell'intera difesa granata e la mezza papera (facciamo anche trequarti) di Hart, già impreciso in precedenza.
Per Kondogbia, seconda rete in serie A e sempre al Toro: stessa porta, sotto la Maratona. Per l'Inter il match avrebbe potuto mettersi in discesa: Belotti non aveva fino a quel momento ricevuto un solo pallone giocabile, né Ljajic né Iturbe avevano soddisfatto Mihajlovic. Invece, da un angolo con successiva spizzata di Moretti saltava immediatamente fuori l'1-1: Baselli festeggiava di testa il suo quinto gol stagionale (record personale in serie A), il primo da novembre, e si doveva ricominciare tutto da capo nella ripresa. Quando il Toro si impadroniva immediatamente del campo, sfruttando anche un paio di iniziative di Belotti: due o tre sponde e una conclusione da fuori, fino a quando proprio da una sua intuizione nasceva il vantaggio granata. Acquah (titolare dopo cinque mesi) inventava un destro a giro su assist di Iturbe: palla all'incrocio opposto e Inter nei guai. Di lì a poco appariva come in un flash anche Icardi, ma Hart gli diceva di no con uno dei pochi interventi decenti della sua serata: sì, perché tempo pochi minuti e l'ex City andava ancora a farfalle permettendo a Candreva di pareggiare. Entrambi gli allenatori provavano a vincerla: Boyé da un lato, poi Perisic ed Eder (buono il suo ingresso) e ancora il croato però si avvicinavano solo al gol senza poter esultare.
Alla fine, è un pareggio che non serve a nessuno.
Dell'Inter si è detto, ma pure il Toro, già fuori dalla lotta per l'Europa, sperava altro per dare una spolverata alla classifica e al morale. Invece, l'ultima vittoria granata contro i nerazzurri continua a risalire al 1994: un'eternità.
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