La rincorsa della Juventus a un posto tra le prime quattro, ma anche della Nazionale ai prossimi Mondiali, ha subìto ieri un brutto colpo: Federico Chiesa ha infatti terminato anzitempo la sua stagione a causa della lesione al legamento crociato del ginocchio sinistro. Intervento chirurgico inevitabile e appuntamento a dopo l'estate.
Al di là delle frasi di circostanza, la botta è durissima e difficile da digerire. Sia per i bianconeri che per il ct azzurro Mancini: Chiesa, al di là delle cifre raccolte quest'anno (863' in campionato, 1197' nel complesso; 15 presenze da titolare, 4 reti equamente suddivise tra serie A e Champions, 2 assist) che risentono di uno stop dal quale si era appena ripreso, è stato fino a un paio di giorni fa il giocatore da cui la Juve attuale si era resa conto non poter fare a meno. Troppo importanti i suoi strappi verso l'area avversaria, troppo dirompente la sua corsa, troppo utile la sua generosità. E se con Allegri non sono sempre state rose e fiori perché il tecnico livornese avrebbe voluto fin da subito disciplinare la strapotenza fisica dell'ex viola, strada facendo i due avevano trovato il modo di andare d'accordo. Sarebbe stato peraltro strano il contrario, vista la pochezza tecnica ai massimi livelli, s'intende - del gruppo bianconero.
«Grazie di cuore a tutti per i messaggi di supporto ha postato l'attaccante bianconero - Ci vediamo presto, in campo». Modo di dire, appunto. Chè non se ne parlerà prima di sei-sette mesi almeno. E quindi: niente Champions a febbraio e niente volata Champions, niente spareggi Mondiali ma solo rieducazione e un cammino che sarà lungo e faticoso. Intorno a lui, che la Juve a fine stagione dovrà anche riscattare dalla Fiorentina dopo due anni di prestito (molto) oneroso, tanto affetto anche da parte delle società avversarie, dalle due milanesi fino al Napoli.
Dopo di che la Juventus ma anche l'Italia - dovrà giocoforza trovare alternative all'altezza. E se certe qualità non sono replicabili, la scombiccherata rosa bianconera offre comunque già delle alternative: Kulusevski potrebbe essere tolto dal mercato (piace al Siviglia e in Inghilterra), così come non è da escludere l'avanzamento in pianta stabile di Cuadrado specie adesso che Danilo è vicino al rientro. Lo stesso Bernardeschi potrebbe diventare pedina più o meno fissa, né va dimenticato che Kean ha dato il meglio di sé a Parigi come esterno offensivo. Difficile immaginare che la Juve vada sul mercato per sostituire il figlio di Enrico, anche se gli occhi saranno ben aperti.
Tenuto però conto dei problemi economici della società (dopo Nedved anche Agnelli positivo al Covid, tra i giocatori Ramsey ormai in uscita), viene strano immaginare un assalto a Berardi del Sassuolo (per di più dopo la partenza di Boga), a Dembelè per quanto in rotta con il Barcellona, o a Martial, attaccante dello United sul quale sono in vantaggio Siviglia, Barcellona e Newcastle. Se invece si volesse volare più basso, nomi interessanti potrebbero essere quelli di Orsolini (Bologna, già controllato dalla Juve in passato) e Bajrami, gioiellino dell'Empoli che ama però giocare da trequartista.
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