A Seul l'hanno soprannominato l'anguilla per l'innata abilità di sgusciare e contorcersi. In realtà le prodezze di Cho Hyun-woo, portiere 26enne della Corea del Sud con la faccia da bambino, partono da molto lontano. Ci ha messo del suo ieri contro la Germania, ma aveva saputo raccogliere applausi anche nelle precedenti sfide contro Svezia e Messico.
Cho è reattivo, vola da un palo all'altro, si allunga, non disdegna qualche uscita a valanga sui piedi degli attaccanti avversari, ma per lui è normale amministrazione. Fino a 9 anni fa era anche un ginnasta promettente, uno che avrebbe persino potuto rappresentare la Corea del Sud alle Olimpiadi. Magari realizzando il sogno dei genitori, anche loro campioni nella medesima disciplina. La svolta è arrivata nel 2009, quando frequentava la Chung-Ang University.
«Il calcio mi interessava fino a un certo punto - racconta - mi esaltavo guardando in tv i cartoni di Holly e Benji». Poi a scuola arrivò un insegnante di educazione fisica di origini brasiliane e la sua vita cambiò. «Adoravo Roberto Sedinho, l'allenatore verdeoro di Oliver Hutton, e iniziai a giocare per rivivere ciò che vedevo in tv». L'insegnante brasiliano decise di piazzare Cho in porta proprio per sfruttare le sue doti da ginnasta. Il resto è la storia di una scalata nella Korean League con la maglia del Daegu e di un'opportunità che in nazionale gli ha concesso, ironia della sorte, un tedesco, l'ex ct Uli Stielike. Ieri Cho ha presentato il conto proprio alla Germania, salvando il risultato in almeno tre occasioni.
Il suo mondiale si chiude qui, con la storica vittoria
della Corea del Sud contro gli ormai ex campioni del mondo. La carriera dell'anguilla invece inizia adesso. Le acrobazie in mondovisione hanno destato interesse, il Liverpool di Klopp (altro tedesco...) è sulle sue tracce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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