Il Cio è donna

Dopo 131 anni, eletta presidente Coventry, delfina di Bach, africana e olimpionica del nuoto: "Non ci allonteremo dai valori di solidarietà"

Il Cio è donna
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Oltre la gloria olimpica e le sue medaglie da nuotatrice, stavolta ha sorpreso tutti diventando la prima donna presidente dello sport mondiale nonché prima africana. «È stata una gara incredibile», sono le prime parole di Kirsty Coventry, eletta ieri con un plebiscito - 49 voti su 97 (il 50% +1 delle preferenze) - alla guida del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. Li ha stracciati tutti. Da Lord Coe (solo 8 voti), potente presidente dell'atletica, al figlio d'arte Samaranch (28), più i capi delle federazioni mondiali di ciclismo (Lappartient), ginnastica (Watanabe) e sci (Eliasch), oltre al principe di Giordania Al-Hussein. Sembrava dovesse essere una sfida incerta, e invece non si è andati al secondo turno. «Mi rivedo la bambina di nove anni: mai avrei pensato potesse succedere», così la 41enne dello Zimbabwe. È lei la prima erede di Pierre De Coubertin, il Barone che quando ideò i Giochi moderni pensò a gare solo maschili. Dopo 131 anni c'è una donna a capo della governance dello sport sulla scia di figure femminili al comando della politica come Meloni, von der Leyen, Lagarde, Metsola e Kallas. La decima presidente della storia del Cio succede a Thomas Bach, in carica dal 2013 e pronto a lasciare a giugno, del quale è stata il delfino, lei che il delfino l'ha sempre fatto, ma in piscina quando nuotava nei misti. Ad Atene, non lontano dalla Costa Navarino dove si è svolta l'elezione, la Coventry ha vinto tre medaglie, tra cui l'oro nei 200 dorso, per un totale di 7 gemme ai Giochi dove è stata due volte alfiere del suo Paese, del quale è ministro dello sport. Ma Kirsty non dimentica mai il suo ultimo successo agli «splendidi Mondiali che abbiamo organizzato a Roma nel 2009. Siamo fieri che la prima donna sia una nuotatrice», così Paolo Barelli, leader del nuoto tricolore.

A votare in Grecia c'erano tre italiani: Ivo Ferriani, presidente mondiale di bob e skeleton; Giovanni Malagò, il n°1 del Coni che dice: «Donna, africana, olimpionica, orgogliosi di questa scelta storica»; Federica Pellegrini, che con la Coventry ha condiviso la vasca e gli impegni dirigenziali nella commissione di coordinamento di Brisbane 2032. La prima Olimpiade da presidente del Cio per la neo presidente sarà quella di Milano Cortina 2026, prima di tuffarsi verso Los Angeles 2028. «La comunicazione sarà fondamentale, ho già avuto a che fare con uomini difficili in posizioni di rilievo», ha sottolineato Kirsty riferendosi a Donald Trump. Il quale ha bandito le transgender, che è anche la posizione di Sebastian Coe che vincendo avrebbe rappresentato una rottura rispetto all'era Bach. D'altronde negli ultimi tempi ha aperto loro le porte (i casi Hubbard a Tokyo 2020 e Petrillo a 2024).

Ma la posizione della Coventry non cambierà: «Non ci allontaneremo dai nostri valori di solidarietà per garantire che ogni atleta che si qualifica ai Giochi possa partecipare ed essere al sicuro». E con i russi come finirà? Intanto arrivano le congratulazioni di Putin, che le ha augurato «benessere e una salute forte, veramente sportiva».

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