City avanti col brivido. Pep batte il Cholo in rissa. Ma il calcio è con Modric

Nervi tesi, l'Atletico non va oltre lo 0-0. Ora inglesi contro il croato che incanta e abbatte la tattica

City avanti col brivido. Pep batte il Cholo in rissa. Ma il calcio è con Modric

Sono bastate due serate di Champions per mandare all'aria tutta la leggenda della nuova scuola tedesca del calcio, dei santoni della panchina che imperversano da qualche stagione, e per mettere i brividi persino a Pep Guardiola che in casa dell'Atletico ha rischiato fino al dodicesimo minuto di recupero, prima di tirare un sospiro di sollievo e approdare alla semifinale che lo riporterà a Madrid contro Ancelotti. Si salva Klopp che, forte del successo dell'andata a Lisbona, si è potuto concedere un allegro pareggio (3-3) col Benfica, ma martedì sera sono stati spazzati via lo ieratico Thomas Tuchel e il rampante Julian Nagelsmann, rispettivamente gran capo del Chelsea campione d'Europa e guida del Bayern pretendente al trono.

Così, mentre escono di scena i santoni dell'ultima ora, agli amanti del possesso palla resta non resta che aggrapparsi al solito Pep Guardiola: ieri sera il suo Man City ha messo insieme il doppio dei passaggi rispetto all'Atletico, ma per ricavarci solo uno 0-0 con tanta sofferenza, costretto nel finale a difendersi con i denti (con tanto di rissa paesana al 90', proseguita anche nel tunnel degli spogliatoi), perché il Cholo Simeone ha spinto i suoi a lottare fino in fondo per arrivare almeno ai supplementari. L'Atletico double face, ancora prudentissimo nel primo tempo e finalmente arrembante nel secondo, ha messo alle strette i palleggiatori di Guardiola che, traditi da un De Bruyne sotto tono e sostituito, hanno giocato con la solita presunzione finché i colchoneros gliel'hanno permesso e poi hanno rischiato di veder crollare le barricate a cui non sono abituati.

Buon per loro che la spinta dei madrileni si sia esaurita senza precisione e con il solito esagerato nervosismo di cui ha fatto le spese Felipe, espulso nel finale arroventato ed esaltato da un paio di miracoli di Ederson.

Ma è nelle due sfide di martedì tra il Bernabeu e l'Allianz, che la vecchia legge del calcio si è imposta ancora una volta, alla faccia di chi teorizza la superiorità dei tecnici sui giocatori, della strategia sulla tecnica, delle lavagne e degli schemi rispetto ai colpi di genio o ai colpi di fortuna. Da una parte Tuchel ribaltato da una pennellata d'artista di Luka Modric e da una combinazione raffinata tra Vinicius e Benzema; dall'altra il colpo solitario di un carneade nigeriano dal nome improbabile, Samuel Chukwueze, una riserva da appena 8 presenze in tutta la stagione, che entra nel finale e segna il gol della qualificazione nell'unica vera occasione avuta dal Villarreal. E così in pochi minuti la Champions crolla addosso ai due tecnici tedeschi.

Vedere Modric che s'inventa l'assist meraviglioso per Rodrygo, quando il Real è ormai sulle porte dell'inferno, è una di

quelle cose che ti fanno ancora assaporare l'arte del pallone in mezzo a tanta tattica, possesso palla e ripartenze dal basso che stanno annoiando mezza Europa. Date il pallone a un genio e ne verrà sempre fuori una magia.

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