Anche lui, a suo modo, sarà il nostro portabandiera al Tour de France. Come Elia Viviani e Jessica Rossi che mercoledì hanno ricevuto dalle mani del nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella la bandiera tricolore da mostrare al mondo il 23 luglio a Tokyo, giorno dell'inaugurazione dei Giochi, anche Sonny Colbrelli mostrerà il tricolore sulle strade di Francia. Oggi parte il Tour numero 108 e il 31enne bresciano lo affronterà con una motivazione nuova: sfrecciare davanti a tutti con quella maglia agognata e sognata, sfiorata in due occasioni (un secondo e un terzo, ndr) e centrata domenica scorsa sulle strade iridate e infuocate di Imola.
Oggi al Tour si parte subito con un arrivo che può essere anche suo: sogniamo troppo?
«Assolutamente no: è una possibilità. Non sarà facile perché la prima maglia gialla è boccone prelibato per tanti, da Van der Poel a Alaphilippe, per arrivare a Wout Van Aert, Sagan e lo stesso Roglic. Insomma non è facile, ma io ci proverò».
Il giallo come sogno di un giorno, il verde come obiettivo finale da realizzare a Parigi.
«Il giallo è il sogno impossibile, ma sarebbe bellissimo. La maglia verde della classifica a punti è un obiettivo più alla mia portata, anche se ci sarà davvero da lottare, su ogni traguardo, sia in quelli intermedi che finali».
Intanto anche lei in questo Tour vestirà un po' il ruolo di portabandiera di un ciclismo italiano che, a livello numerico, nove, è ai minimi storici
«Vestire la maglia della nostra Nazione in Francia mi riempie di orgoglio. Sarò ben visibile e spero di farmi vedere. Pochi italiani al via? Pochi ma buoni».
Al Delfinato, la prova generale del Tour. Lì è andato benissimo e non è un caso che a Imola, domenica scorsa, abbia stravinto il tricolore
«Al Delfinato ho ottenuto una vittoria e tre secondi posti, a dimostrazione che la mia preparazione in chiave Tour era già molto buona. All'italiano non ho fatto altro che ribadirlo e mettere nero su bianco vestendo il tricolore. Mi sono preparato come volevo e ora spero solo di raccogliere il più possibile. Sento di essere in un momento di grazia. Da qui in poi ho tanti obiettivi davanti a me: la maglia verde dei velocisti, gli Europei di Trento e poi il Mondiale in Belgio dove come Italia avremo un gruppo molto forte e ambizioso con Moscon, Trentin, Davide Ballerini e Giacomo Nizzolo: insomma siamo in tanti a poter fare bene. Ma adesso, lo ribadisco, sarebbe bello coprire la bandiera italiana con il giallo del Tour».
Chi vede favorito per la vittoria finale?
«Tanti sono i pretendenti, con la coppia slovena Pogacar e Roglic davanti a tutti, ma ci sono molti guastatori, dagli uomini della Ineos con Thomas, Richie Porte e Carapaz a noi del Bahrain. Saranno tre settimane infuocate. Ci sarà da divertirsi».
Anche per noi italiani?
«Anche».
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