In attesa della grande riforma, la serie A è già a 19 squadre, l'Inter, infatti, gioca il proprio campionato, procede oltre pronostici avversi, raccoglie punti, sa segnare, sa difendersi, è solida, fortunata, si è tolta di dosso il fastidio della Juventus, questa la chiacchiera fantasiosa, ora può dedicarsi alla Champions league dove la sfida contro l'Atletico di Madrid (Morata out) potrebbe rappresentare e significare un'altra prova di maturità e di autostima, già affiorate con la finale dell'anno scorso e dall'attuale viaggio, sbagliare non sarebbe accettabile.
Intanto, se la Juventus avesse vere voglie di competere, stasera non dovrebbe mancare la prestazione contro l'Udinese anche se le ultime esibizioni, Empoli e Inter, non suggeriscono ottimismo, perché, al di là della facciata, esiste un chiaro, impercettibile scollamento tra gruppo squadra e dirigenza, quest'ultima impreparata al football, leggera, senza forza politica e non coinvolta con il tecnico. Allegri è, dunque, un uomo solo al comando, da qui a maggio non si è ancora capito chi possa decidere il suo futuro.
Si avvicina, ai bianconeri, il Milan vittorioso sul Napoli in una partita di football modesto, pieno di errori. Alle spalle fa sul serio l'Atalanta, il gruppo arbitrale della partita contro il Genoa va sul podio delle farse, 7 minuti di Var, 13 di recupero per un off side di spalla.
Si muovono Bologna e Fiorentina (mercoledì il loro recupero), qualche segnale dalla Lazio che dopodomani ha la mission impossible contro il Bayern all'Olimpico, mentre la Roma scopre quanto sia pericoloso innamorarsi di idoli e affini, Mourinho, Lukaku, Dybala, il portoghese è stato licenziato, sul belga si ipotizza viaggio aereo di rientro in Patria non più a bordo del jet di Friedkin, sull'argentino campione, bravo ma fragile, solito interrogativo: vale tutti quei soldi di stipendio?
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