Alla penultima curva (l'ultima sarà il vincolo del protocollo con quarantena per tutti da modificare) prima d'imboccare il rettilineo che porta alla ripresa del campionato, hanno tirato giù la mascherina. E sono usciti finalmente allo scoperto con il loro piano diabolico: evitare le retrocessioni in serie B! A proporre il no (16 favorevoli, uno contrario - Milan - e 3 astenuti) al piano C, l'algoritmo in caso di stop definitivo del campionato, non a caso, sono stati Cairo (Torino), Campoccia (Udinese) e Romei (Sampdoria), tutti coinvolti, al momento, in quella zona scivolosa della classifica. Gli altri presidenti, chi illusi dalla possibilità di evitare il rischio e chi per esprimere una pelosa solidarietà, si sono accodati. Non hanno avuto il coraggio di inserirlo nel comunicato finale affidando al presidente Dal Pino e ai due consiglieri federali (Lotito e Marotta) il mandato di esporre la tesi del premio al merito che è poi la classica formula per nascondere il trappolone, cioè blocco delle retrocessioni con la conferma del format a 20 squadre. Vigorito, presidente del Benevento, pronto a salire in A, ha già tuonato contro i suoi colleghi: «Un sistema di prestigiatori». Agnelli, presidente della Juve, non è diventato alleato di Cairo. Ha voluto marcare la differenza rispetto a calciopoli e allo scudetto dagli juventini definito di cartone: niente tricolore se non si conclude. Ma è previsto dall'algoritmo di Gravina: scudetto non assegnato ed elenco dei club trasmesso all'Uefa per partecipare alle prossime coppe.
Smascherato il voto di venerdì sera, è possibile ricostruire le diverse posizioni di questi mesi. C'è chi, come il Giornale, si è battuto per riprendere solo in piena sicurezza convinto com'è che vada privilegiata la salute di tutti. Ci sono però presidenti che si sono nascosti dietro le resistenze di medici e sindacato calciatori e hanno coltivato intelligenza col «nemico» (Spadafora) pur di evitare il ritorno al calcio giocato e al suo verdetto inappellabile. Una sola volta han votato a favore del calcio per mettere nell'angolo Sky che non voleva versare l'ultima rata! Adesso è tutto più chiaro, oltre che inaccettabile. Perché anche l'eventuale serie A a 22 squadre diventerebbe, all'atto pratico, un sabotaggio dell'Europeo (inizio 11 giugno 2021) e del lavoro del ct Mancini.
Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, ha affilato le sue armi per sventare il tentato golpe. Ha avuto, innanzitutto, conferma del voto che ci sarà sull'argomento: 18 schierati con lui, e soltanto 3 sì, i rappresentanti della Lega tra i quali c'è anche qualche ripensamento (Lotito) in corso. Poi ha raccolto il sostegno del presidente della Fifa Infantino che ha spedito un messaggio al calcio mondiale sottolineando che «la ripresa dei tornei sta dando a tutti noi tifosi di calcio nel mondo, una speranza per il futuro». Quindi ha preparato la replica che sarà molto appuntita.
A sorpresa, infatti, riproporrà il piano B dei play off e play-out che aveva messo da parte fidando nell'accoglimento dell'algoritmo, in versione semplificata e agile. E la spiegazione politica del provvedimento sarà affidata alla seguente espressione: «Dobbiamo evitare il demerito felice». Non solo. Ma è anche confermata l'intenzione di emanare una norma, in materia di protocollo, che è stata molto criticata dai suoi stessi alleati, ma che è indispensabile in questo clima di trame e sgambetti: retrocessione per chi non rispetta il protocollo sanitario.
Che vuol dire estremo rigore per chi dovesse provare a trafficare con le provette per tirarle fuori dopo la ripartenza e così provare a fermare il campionato. Da chi vuole sottrarsi al verdetto del campo, c'è da aspettarsi di tutto.
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