Ma che diavolo è successo, si domandono i tifosi della Ferrari, sparsi in tutto il mondo, dopo l'incredibile ritiro di Leclerc dal Gran Premio di Monaco? Breve riepilogo per chi non avesse seguito: il pilota monegasco sabato conquista la pole position, a una manciata di minuti dalla partenza del Gp arriva il fulmine a ciel sereno, non parte. Problema con l'albero di trasmissione sinistro, impossibile da risolvere in tempo per l'inizio della gara. Delusione alle stelle, compensata, almeno in parte, dall'ottimo secondo posto ottenuto da Sainz.
L'incidente durante le prove
Sabato durante le qualifiche Leclerc era partito a razzo, facendo un giro perfetto subito al primo tentativo. Poi però, cercando di migliorarsi ancora, è andato a sbattere contro le barriere, con i commissari costretti a sventolare la bandiera rossa e congelare le qualifiche. La monoposto ha riportato danni alle sospensione e al semiasse, scongiurata la rottura del cambio, la cui sostituzione avrebbe fatto retrocedere Leclerc di cinque posizioni. Ripensando a quell'episodio e al clamoroso ritiro poco prima della partenza del Gp, molti hanno ipotizzato che la scuderia di Maranello avesse tentato un azzardo, rischiando pur di non perdere la pole conquistata. Ma l'ipotesi è stata scartata ("non gravi i danni al cambio"), anche se si attende di conoscere ancora le cause del guasto che ha bloccato il Cavallino ai box.
Tentativo in extremis
Domenica durante i giri di ricognizione Leclerc ha capito che la propria vettura accusava dei problemi, forse collegati all'incidente avuto sabato. Rentrato al box i meccanici hanno cercato di salvare la pole position ma non c'è stato nulla da fare, con il numero 16 della Rossa che si è rassegnato a dover partire dalla "pit-lane", lasciando così la pole position a Max Verstappen. Dopo pochi minuti, però, la doccia fredda: nessuna partenza, Leclerc è costretto al ritiro.
Le ipotesi
Che ci sia una relazione tra il ritiro e l'incidente di sabato è più che probabile. I meccanici della Ferrari hanno dovuto sostituire diversi pezzi, dal piantone dello sterzo alle ali, dalla pompa dei freni al fondo. Insomma, un bel disastro a cui porre rimedio, in fretta e furia, per rispettare i tempi ristretti previsti dal regolamento della gara. Nei primi test effettuati ai box i segnali sono positivi: nessun problema viene rilevato. Resta la prova finale, quella più importante, sulla strada. Leclerc vede accendersi una spia che segnala un'anomalia e al primo giro, alla curva numero sei, si rende conto che c'è qualcosa di grosso che non va. Alla radio, collegato col suo team, grida la propria rabbia, scandita da una sola parola, ripetuta più volte: "No". Il cambio? No, funzionava perfettamente, dicono dalla Rossa.
Il team principal Mattia Binotto assicura che "i controlli sono stati effettuati in maniera corretta, anche se lo avessimo sostituito, il pezzo che si è rotto (elemento che collega il semiasse e il portamozzo della ruota posteriore sinistra, ndr) avrebbe ceduto lo stesso. Non ci siamo presi dei rischi. Adesso analizzeremo meglio la dinamica".
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