Datome-Olimpia voltano pagina insieme

Il capitano azzurro promette: "Voglio vincere con una squadra italiana"

Datome-Olimpia voltano pagina insieme

Le luci soffuse del teatro milanese di Armani in via Bergognone per la presentazione di Gigi Datome che conquista la platea ben distanziata presentandosi come uno degli artisti di Mezzanotte a Parigi, nel viaggio onirico di Woody Allen.

Una barba da grande scrittore, gli occhialetti da impressionista, la voce calda di un credente in viaggio da tanto tempo nel basket che è la sua vita e lo ricorderà indossando la maglia di re Giorgio con il numero 70, quello che aveva già al Fenerbahce dove ha vinto l'Eurolega, il ricordo dell'anno in cui è nata la squadra di Olbia dove ha iniziato la sua splendida carriera. Torna in Italia a 32 anni, 7 stagioni dopo aver giocato la finale scudetto con Roma che si è reiscritta all'ultimo momento al campionato e che certo avrebbe avuto bisogno di uno come lui per tornare a sognare.

Non ha potuto farlo, la squadra del costruttore Toti che aspetta con ansia compagni di viaggio e, magari un palazzo decente, per risalire sulla giostra che al momento vede soltanto fantasmi se non si riapriranno i palazzetti, anche se la tribù italiana del basket sembra vivere per uscire bene dalla bolla se molte avversarie di Milano si sono rinforzate, se a Bologna la Fortitudo ha chiuso la prima fase della campagna abbonamenti superando quota 4000.

Datome e Milano, un matrimonio fra un artista, il capitano della nostra Nazionale a zero tituli, che ha viaggiato tanto, la NBA fra le ombre di Detroit e la storia eccitante dei Boston Celtics, poi la gloria vera, tre titoli in Turchia col Fener di Obradovic e l'Eurolega che qui ci sembra soltanto una chimera da troppo tempo.

Sette anni per crescere come uomo, giocatore ed eccolo nel teatro della nobil casa, della società italiana con più scudetti, rivitalizzato dalla sosta forzata, felice di camminare nella storia per un popolo biancorosso che, giustamente, come dovrebbe accadere sempre, lo ha applaudito da avversario. Lui sorride sereno e promette quello che sa di poter mantenere passando dall'acciaieria di Obradovic a quello di Messina: «Ho grandi obiettivi e motivazioni. Quando Milano si è fatta avanti ho visto che i miei obiettivi personali e quelli della società collimavano. Porterò in valigia la mia esperienza umana e sportiva, come tutti i nuovi che sono davvero campioni di qualità. Starà a Messina trovare i giusti equilibri. Lui sa come si vince a questi livelli.

Campionato ed Eurolega, certo che vogliamo tutto, dipenderà da noi dare una risposta anche quelli che adesso magari pensano che non sarà così facile. Lo sappiamo, dovremo essere squadra, ognuno di noi darà quello che serve. La speranza è questa. Sulla carta non si vince nulla, solo il campo dirà la verità».

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