Una Dea eroica si ferma a un minuto dalla storia

La squadra di Gasp sogna, ma si fa riprendere al 90' e ribaltare nel recupero dal ricco Psg

Una Dea eroica si ferma a un minuto dalla storia

Incredibile Atalanta, incredibile Dea arrivata a sfiorare l'impresa inimmaginabile. Un'Atalanta con le semifinali in pugno al 90' e beffata tremendamente dal Paris St.Germain con Marquinhos e Choupo-Moting nel giro di tre minuti oltre il tempo regolamentare. Peccato, perché l'urlo di Bergamo è rimasto strozzato in gola a tutta l'Italia che ha seguito i nerazzurri in questa stupenda cavalcata europea.

Peccato, perché questo Paris sembrava ancora una volta la solita incompiuta. Vero che Tuchel ha dovuto fare a meno di Verratti e Di Maria, ma anche Gasp, nel suo piccolo, era senza Ilicic, l'eroe di Valencia. E alla lunga non sono bastate l'umiltà e la grinta, il coraggio di una squadra rimasta senza il suo leader Gomez all'inizio della ripresa, mentre dall'altra parte, con le stelle che sono rimaste a guardare, il Psg l'ha spuntata con due comprimari come Marquinhos e soprattutto Choupo-Moting, uno che non segnava da un anno e mezzo.

Nerazzurri con la calma dei forti, con la certezza di non aver niente da perdere in questo cammino incredibile che sta stregando l'Europa, il Paris St.Germain con la scimmia di una maledizione che lo perseguita ogni anno, con il tabù di quella semifinale che non riesce a raggiungere da 25 anni, da quando venne eliminato dal Milan nel lontano '95. Così l'Atalanta non si affanna ma crea, mentre i parigini più che creare distruggono. O meglio è un uomo solo, Neymar, che crea e distrugge da centravanti arretrato, ruolo in cui fa il bello e il cattivo tempo finchè è lontano dall'area, salvo poi sparacchiare palloni da tutte le parti non appena si presenta davanti la porta. Cose che non si possono perdonare a un signore da 36 milioni (seppur lordi) di stipendio.

Ma a perdonarlo ci pensano sicuramente i bergamaschi, che rischiano grosso dopo 3 minuti per il primo assolo gettato alle ortiche dal brasiliano, e rischiano almeno altre tre volte nel primo tempo. Mentre sull'altro fronte, alla terza palla gol della sfida, Mario Pasalic non perdona Keylor Navas che aveva già dovuto fare i numeri su Gomez e Hateboer. Discesa di Toloi, rimpallo fortunoso tra due difensori francesi, palla che finisce sui piedi dell'ex milanista e poi in rete con un preciso tiro a giro sulla destra del portiere parigino.

Da una parte la concretezza bergamasca (anche se qualche volta la difesa si apre pericolosamente), dall'altra la presunzione parigina, interpretata anche da Mbappé tenuto in panchina per preservarlo per la semifinale, come se i quarti fossero solo una formalità, e schierato solo nella ripresa. Un Paris sotto ritmo (è alla terza partita ufficiale da marzo) e zoppo come il suo allenatore stampellato, indecifrabile come l'irriconoscibile Icardi depistato all'ala destra.

Ma che alla fine riesce a spuntarla. Con un pizzico di fortuna e un enorme rimpianto nerazzurro. Ma forse anche nella più bella favola non si poteva osare più di tanto: sarebbe stato come se undici muratori avessero guadagnato più di undici sceicchi.

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