Una Dea magica "gemella" della Samp che stregò l'Italia

Gasperini come Boskov. I bergamaschi non hanno la coppia Mancini-Vialli, ma...

Una Dea magica "gemella" della Samp che stregò l'Italia
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La Dea come la Samp d'Oro del 1991. Quasi un quarto di secolo dopo lo Scudetto potrebbe tornare in provincia. E oggi per l'Atalanta c'è un test tricolore importante all'Olimpico contro la Roma.

L'impresa storica potrebbe essere centrata dalla truppa di Gian Piero Gasperini, che ormai da anni è una delle realtà più brillanti del calcio italiano ed europeo. Un po' com'erano i blucerchiati tra la fine degli Anni '80 e l'inizio degli Anni '90. E in fondo le somiglianze sono parecchie. A partire da una proprietà illuminata e lungimirante che ha saputo costruire, anni dopo anno, squadre sempre più forti. L'accostamento, infatti, tra Antonio Percassi e Paolo Mantovani è tutt'altro che forzato. Così come quello tra Gasp e Vujadin Boskov. Caratterialmente i due allenatori sono molto diversi, ma hanno in comune l'organizzazione di gioco e la capacità di valorizzare al massimo i calciatori a propria disposizione. Tra i pali a Bergamo c'è un giovane portiere emergente come Carnesecchi, destinato a diventare un top. Un po' com'era all'epoca il sampdoriano Pagliuca. Certo a Marassi potevano contare sui Gemelli del Gol per antonomasia: Retegui e Lookman non saranno Vialli-Mancini, ma segnano comunque parecchio. Insomma, i nerazzurri appaiono ormai pronti a maturi per provare a vincere il campionato di Serie A dopo tanti piazzamenti illustri in zona Champions. Il trionfo di Dublino lo scorso 22 maggio ha dato ai bergamaschi quella consapevolezza nei propri mezzi che sta permettendo di alzare ulteriore l'asticella negli obiettivi. Dopo l'Europa League il popolo atalantino ha fame di altri successi. I numeri poi non mentono mai: la Dea ha il miglior attacco del campionato (34 gol segnati in 13 giornate) e il capocannoniere del torneo (Retegui con 12 centri). Le 7 vittorie di fila hanno permesso all'Atalanta di recuperare il terreno perduto dopo l'avvio di stagione da incubo (3 sconfitte nelle prime 5 gare di A). In quell'occasione si è vista la maturità di tutto l'ambiente che non si è lasciato scalfire dai passi falsi ed è ripartito di slancio. Un passaggio a vuoto avuto nel novembre del 1990 pure la Samp, che avrebbe poi vinto lo Scudetto sei mesi dopo. La mancanza di pressioni da parte della tifoseria può risultare decisiva nel clima avvelenato che spesso caratterizza il nostro calcio. Il rientro di Scalvini e quello in agenda in primavera di Scamacca possono poi aumentare, ulteriormente, la competitività della formazione orobica. Un aspetto da non trascurare affatto per un club impegnato su tre fronti, visto che pure in Champions League la Dea sta pedalando forte. Ecco perché quella che sembrava essere un'utopia fino a pochi mesi fa potrebbe a maggio diventare, clamorosamente, realtà. Questa Atalanta, infatti, ha tutte le carte in regola per riportare il tricolore nella provincia del pallone italico.

Non

chiamatela però favola: l'ascesa della Dea è frutto di competenza, bravura e programmazione. Non a caso anno dopo anno i nerazzurri hanno fatto sempre meglio, passando da ascensore tra la A e la B a top club da Scudetto.

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