L'ha rifatto. Un'altra volta. Ha sbroccato. Il Delio da Rimini, il figlio del calzolaio tutto casa e Casa del Popolo, caposezione del Psiup di Torre Pedrera. S'è piantato in mezzo al prato di Marassi è ha alzato il dito medio verso Nicolas Burdisso, colpevole, a suo dire, di aver insultato un suo giocatore. Dal gesto scatta il parapiglia. Protagonista, dall'altra parte, Daniele De Rossi. Titolare in mezzo al centrocampo giallorosso con tanti cari saluti a Zdenek Zeman, quello che lo teneva sempre fuori e (anche per questo) ha ricevuto il benservito in settimana, ma il risultato, quello non è cambiato, Rometta sconfitta e coi nervi a fior di pelle. Con bersaglio Delio Rossi. Che dopo il dito medio e la scazzottata sfiorata si becca l'espulsione e, tornando negli spogliatoi, aizza i suoi tifosi in Gradinata Sud con ampi gesti delle braccia. Da capopopolo blucerchiato.
«Totti e De Rossi sanno cosa è successo e loro non c'entrano - si giustifica a fine partita -. Io reagisco solo se sono provocato, e questo è successo. Burdisso mi ha provocato». L'allenatore pretende «rispetto, esattamente come faccio io. Io mai offendo un altro giocatore o un allenatore, mai incito i miei a fare male a un altro» ma «non tollero le offese. E se succede, io reagisco». Per la Roma parla De Rossi e ci va giù duro: «È sempre sopra le righe e a 60 anni fa cose imbarazzanti». Anche perché «viene da precedenti non felicissimi».
Ecco, sempre lì si torna. A quella sera del 2 maggio dell'anno scorso. Era sulla panchina viola il tecnico romagnolo. Sul 2-2 in casa contro il Novara decide la sostituzione per Adem Ljajic. È il 32' del secondo tempo. Il giovane serbo entrando in panchina dice qualcosa a Rossi, che sbrocca. E parte con un destro in faccia all'attaccante. Andrebbe avanti a suonarlo se non lo fermassero collaboratori e giocatori. Il giorno dopo arriva l'esonero dei Della Valle e la squalifica per 3 mesi del giudice sportivo. Anche oggi è certa la squalifica, due giornate, accompagnata da una multa già comminata dalla Samp. Lui, a testa alta, non si scompone: «Per il ruolo che ricopro, accetto di buon grado la multa della società, che insieme abbiamo deciso di devolvere in beneficenza all'ospedale pediatrico Gaslini».
Il Delio è così, prendere o lasciare. Poi tanto tornerà in panchina. Cicca masticata nervosamente, mani in tasca e scarpe da calcio sotto il vestito. Come avere una pistola sempre carica: «Non mi provocate, perché se lo fate io reagisco».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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