Un derby d'Italia tra i più anestetizzati di sempre in campo. Il veleno è rimasto nel tunnel di San Siro... e nello spogliatoio della Juventus. I nervi di Massimiliano Allegri sono saltati, ma non solo con l'Inter e i suoi dirigenti, più Dario Baccin di Beppe Marotta. «Siete delle m... tanto arrivate sesti», il resoconto delle solite talpe che ultimamente infestano le stanze bianconere. Se il dopo Juventus-Napoli era stato raccontato per filo e per segno, tre giorni dopo la storia si ripete. Landucci esplode contro Spalletti dopo le provocazioni dell'andata, Allegri che non si tira indietro, «avete vinto uno scudetto...», alimentato dalla rabbia per il gol annullato a Di Maria contro i prossimi campioni d'Italia, ma anche per lo scoramento della vicenda Lukaku.
Max è un uomo solo al comando che da almeno quattro mesi deve reggere il peso di una situazione allucinante. Non solo deve fare i conti con gli infortuni a raffica e i difetti della squadra (definitiva nello staff la presa di coscienza che Bremer non possa giocare in una difesa a 4), ma anche gestire il gruppo tra punti tolti e ridati, deferimenti e indiscrezioni che ora portano all'esclusione dalle coppe. Gli alibi non mancano anche se la squadra non è mai tornata dall'ultima sosta per le nazionali: 8 gare giocate, solo due vinte, addirittura quattro perse. Un cortocircuito innescato anche dal caos contro l'Inter nell'andata di coppa.
Fatto sta, che «emme...» è una parola che va di moda nelle stanze bianconere e sarebbe addirittura arrivata nello spogliatoio. La squadra messa al muro da Allegri nella pancia del Meazza. Uno sfogo senza precedenti, figlio probabilmente della sensazione di essersi sentito «tradito» dai giocatori in una delle serate più importanti di una stagione unica per quanto surreale. Una partita «non giocata» come quella contro l'Inter può essere la spia di un gruppo che non segue più l'allenatore. Stanco di un gioco in perenne attesa, ma anche probabilmente convinto che quella tattica fosse suicida. Fuori Gatti e Danilo, i migliori difensori del momento, Milik in panchina, Fagioli scomparso dai radar dopo le lacrime di Reggio Emilia. Un pensiero che sembra unire vecchi e giovani. Lo zoccolo duro non crede più ciecamente in Allegri, così come le nuove leve lanciate a targhe alterne, un mese sì e l'altro no: il primo Miretti, indispensabile fino al rigore provocato contro il Benfica in Champions, e tornato in auge solo mesi dopo.
Per non sbagliare Max ha ribaltato tutti. C'è chi ha provato a rispondere, tra questi anche Milik. La discussione sarebbe stata a un passo dal degenerare. E prima Bonucci aveva polemizzato per il suo cambio affrettato. Non solo. Allegri ha tentato anche di sollecitare l'orgoglio anti Inter: «Dobbiamo lasciarli fuori dalla Champions». Per riaccendere una squadra, che ha giocato un derby d'Italia che valeva una finale come un triangolare d'altri tempi, un trofeo Tim o un Birra Moretti.
Sui muri social dei tifosi tutto sintetizzato con una parola: «Emme...». Appunto. Così il futuro di Allegri torna a essere grigio anche se lui non dirà mai come al gol annullato dal Var contro il Napoli: «Me ne vado». Per il popolo bianconero sarebbe la miglior tattica del Max-bis.
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