Derby sbiadito in 2 anni: da Lukaku contro Ibra al duello Dzeko-Giroud

Delle sfide cittadine che portarono a due scudetti milanesi di fila resta solo il ricordo di quel murales

Derby sbiadito in 2 anni: da Lukaku contro Ibra al duello Dzeko-Giroud

Milano. Ve lo ricordate il murales dedicato ai due rivali di Milano? Testa contro testa, Lukaku contro Ibra, in perenne ricordo di quella scena maturata durante un derby di coppa Italia con accuse (infondate) di razzismo allo svedese che invece in perfetto inglese rammentava al belga la storiella del rito attribuita alla mamma. Bene, sembra passato un secolo. Perché Ibra soltanto ieri, alla bella età di 41 anni, rimasto escluso dalla lista Champions per evidenti motivi, e reduce da un lunghissimo recupero fisico seguito all'intervento al ginocchio, è spuntato per la prima volta in gruppo a Milanello. Lukaku, invece, da qualche ora, viene considerato candidato autorevole a una conferma domenica sera dopo l'incoraggiante test contro l'Atalanta in coppa Italia. Ha bisogno, secondo lo staff di Simone Inzaghi, di incrementare il numero dei minuti in vista anche della Champions dietro l'angolo. Nel frattempo Inter e Milan, reduci dai due ultimi scudetti, il primo neroazzurro targato Conte, il secondo rossonero conquistato da Pioli soltanto il 22 maggio scorso in quel di Reggio Emilia, sono usciti dall'eccitante duello tricolore per via della marcia trionfale del Napoli di Spalletti. L'attesa però è sempre la stessa, ingigantita dalle cifre dell'incasso, un altro record (5,8 milioni di euro) superiore a quello del 2018-2019.

Il precedente è molto recente, serata del 18 gennaio, e non può non lasciare tracce nella testa più che sulle gambe dei protagonisti. Allora l'Inter incenerì subito la statica difesa del Milan con una trama avvolgente da destra (Barella) a sinistra (Di Marco) e fu l'inizio di una cavalcata senza scossoni chiusa dalla stoccata di Lautaro Martinez del 3 a 0. Secondo l'analisi di qualche esperto del ramo (Marchegiani) può dar luogo, sulla carta, a propositi di rivalsa (rossoneri) e confermare convinzioni di superiorità (neroazzurri) che furono rappresentati dalla frase di Calhanoglu rimasta scolpita nella testa dei suoi rivali («ce li siamo mangiati»). A sentire per esempio Costacurta, l'unico che può tirare fuori il Milan dalle sabbie mobili di una striscia inquietante di sconfitte appesantite da punteggi indecenti, è proprio Olivier Giroud, prossimo al rinnovo di contratto, quale meritato premio alle prove recitate post-mondiale.

Traiettoria esattamente opposta a quella di Theo Hernandez invece, del quale resta impresso il rientro al rallentatore nell'azione che portò il Sassuolo all'1 a 0. Non dev'essere la stessa idea di Pioli se il tecnico finito nel mirino dei social nel frattempo sta meditando un cambio radicale di assetto tattico per rendere meno fragile l'opposizione. L'Inter, vista e ammirata in coppa Italia martedì sera contro l'Atalanta, è una squadra in piena salute con alcuni suoi esponenti sottovalutati, Darmian su tutti, che hanno tirato fuori splendide prestazioni. Questa volta il derby vale l'immediato futuro di questo campionato dominato da Osimhen.

Perché ormai lo spettacolo è solo dietro il Napoli, con tre posti disponibili di Champions e una bagarre aperta a Inter, Atalanta, Lazio, Milan e Roma con l'interrogativo del ricorso juventino al collegio di garanzia presso il Coni che può riportare in quota anche la Juventus di Allegri.

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