Un disastro sportivo difficile da ipotizzare, anche a pochi minuti dall'epilogo. Il Milan Primavera, dopo l'1-1 rimediato nell'ultimo turno di stagione regolare sul campo della Fiorentina, è la seconda squadra (insieme all'Udinese) a retrocedere direttamente in Primavera 2.
Una debâcle clamorosa, vista la situazione ai nastri di partenza. e considerando soprattutto la grande tradizione del vivaio rossonero. L'anno scorso l'Under 19 del Diavolo era stata l'esclusa d'eccezione dai playoff scudetto per una sfortunata catena di risultati che premiò la Juventus. Per la stagione 2018-19, il gruppo di Alessandro Lupi aveva come obiettivo minimo la postseason. Ma l'asticella si è abbassata presto.
Le tre sconfitte nei primi tre turni di campionato (tra cui il 7-1 in casa contro la Roma) sono risuonati subito come un campanello d'allarme. La lotta per arrivare nella top 6 è diventata fuori portata dopo l'undicesima: 2 vittorie, un pareggio e 8 ko sarebbero stati un bagaglio troppo pesante per iniziare qualsiasi rimonta.
Una partita clou è stata il derby d'andata. Nello scoppiettante 3-4 del Franco Ossola contro l'Inter di Madonna, è salito in cattedra per la prima volta Daniel Maldini, figlio del grande Paolo. Un exploit via via più convincente, ma incapace di salvare la panchina di Lupi, esonerato il 24 dicembre.
Con Federico Giunti (ex centrocampista rossonero) le cose cambiano solo inizialmente. Arrivano due vittorie nelle prime tre uscite col nuovo tecnico, abile nel valorizzare i talenti più cristallini (Maldini, ma anche Torrasi, Haidara e Sala) e che dopo 4 risultati utili di fila tra febbraio e marzo porta il Milan al 13° posto, lontano sinonimo di salvezza nella bagarre della Primavera 1.
Da lì infatti il Milan, complice anche la pausa del Viareggio (dove esce agli ottavi) perde la costanza e vince appena due partite (scontri diretti con Udinese e Sassuolo) prima del triste epilogo.
Nel match da dentro o fuori contro la Fiorentina, solo i 3 punti avrebbero regalato una speranza agli uomini di Giunti.
In vantaggio con Sala, i giovani milanisti non hanno saputo chiuderla, finendo per subire il clamoroso pareggio di Pierozzi all'ultimo respiro, rendendo realtà il fantasma della retrocessione per un gruppo talentuoso, ma incapace di rendere sul campo tutto il proprio potenziale. Una dinamica che nel calcio si paga, tra i piccoli come tra i grandi.
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