Il Milan resta a secco e perde i pezzi. San Siro abbraccia l'ex

Il Diavolo, sprecone contro il Newcastle, non si rialza dopo il derby. Maignan ko, per Loftus-Cheek crampi Ibra in tribuna dopo il vertice con Cardinale sul futuro

Il Milan resta a secco e perde i pezzi. San Siro abbraccia l'ex
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Dal Milan più fragile del 2023 nel derby di sabato sera al Milan più sciupone degli ultimi tempi. È quello che è successo in capo a 48 ore dentro l'accampamento di San Siro in occasione del debutto di Champions league che invece di regalare a Pioli e ai suoi il meritato successo scaccia incubo, ha confezionato un pareggio insapore che è un incipit poco favorevole lungo i tornanti di un girone di ferro con Psg e Borussia Dortmund. Deludente il Newcastle per il suo catenaccio elegante, non giudicabile la prova di Tonali, provato da imperfette condizioni di salute muscolare.

Ma da censura sono piuttosto la prova e la mira dei milanisti arrivati, puntualmente e ripetutamente in zona gol: Leao su tutti. Perché fin dalle prime scaramucce è sembrato con la luna storta. Quello stato d'animo, già segnalato sul 3 a 1 nel derby, ha inciso anche sulle scelte fatte e sulla più golosa palla-gol divorata dopo 20 minuti. Alla fine il prezzo salato pagato, risultato a parte, è quello dell'infermeria: Loftus Cheek crampi e Maignan ko.

I lividi sull'animo del Milan si vedono tutti. Lo stadio (primo non esaurito) è tutto dalla sua parte, omaggia Tonali che è un piacere sentire quei cori, in tribuna si accomoda anche Ibra dopo il colloquio privato con Gerry Cardinale per capire del ruolo futuro da ricoprire ma c'è bisogno di almeno 15 minuti canonici per liberarsi dall'angoscia e dai tremori. Appena comincia a ingranare Loftus Cheeke, alle prese con l'impegnativo Guimaraes, il gioco di Pioli si sviluppa come se si togliesse il tappo a una bottiglia di bollicine. Il martellamento alla porta inglese procede con sequenze mozzafiato, sembra una sfuriata e invece è un dominio costante: prima Pobega dal limite, poi Giroud, ancora il francese su blitz di Theo Hernandez e infine Leao dopo un blitz dei suoi, sfiorano il bersaglio. Qui il portoghese, polemico con Maignan per qualche lancio impreciso, s'impappina sul più bello per la voglia di stupire e tutti i sodali lo rimproverano con occhiatacce meritate. Alla fine della prima frazione lo 0 a 0 rimediato è la conferma di uno stato di agitazione collettiva che incide sulla mira.

Il Newcastle si difende soltanto, in tutti i due tempi. Anche Tonali, con qualche cilindro in meno per via dell'acciacco denunciato in Nazionale, non riesce a emergere in una sfida che è soprattutto fisica. Forse ha un solo merito: con lo strappo su Loftus Cheek, procura i crampi all'inglese. Alla fine la strategia difensiva di Howe ha un dato didascalico: un solo tiro in porta anche perché Tomori è un gigante là dietro. Il Milan perciò riprende l'assedio con minore intensità ma lungo la strada comincia a pagare dazio allo sforzo fisico e tecnico effettuato: si arrende prima Loftus Cheek poi addirittura si ritira Maignan (guai al flessore) mentre Musah comincia a farsi apprezzare per qualche

dribbling come si deve.

Nella ripresa le occasioni clamorose sono la metà del primo tempo e capitano al Leao impreciso e nervoso di ieri sera oltre che a Reijnders, moscio nel tiro dopo un bel numero virtuoso in area di rigore. Perciò il modesto 0 finale è un premio eccessivo per gli inglesi e costituisce una beffa per i rossoneri meritevoli di ben altro epilogo.

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