Monza, Imola, Antonelli, Hamilton, un campionato tutto da decifrare, uno sport che piace a bambini e ragazze, addirittura il Ruanda che bussa per avere un Gp. La settimana italiana della F1 comincia chiacchierando con Stefano Domenicali, il ceo di Liberty Media, che finalmente può giocare in casa. Sul tavolo ci sono mille argomenti, cominciando dal rinnovo del contratto di Monza in scadenza l'anno prossimo: «Arrivando in autodromo non mi sembrava neppure di essere a Monza. Finalmente è stata realizzata la prima parte dei lavori, adesso ci aspettiamo il secondo step con tribune e aree di hospitality. Non credo ci sarà un tema economico, Aci e Governo sanno quanto vale un Gp. Ma per rinnovare abbiamo bisogno di certezze sulle date dei nuovi lavori». Anche Imola ha piani di sviluppo già presentati, ma Domenicali non crede che l'Italia possa investire su entrambe le gare: «Potrebbe servire un intervento privato». Chissà. Intanto sta bussando anche l'Africa, l'unico continente assente dal calendario: «Oggi l'unico paese che sta portando avanti un progetto è il Ruanda. Ne stiamo parlando, hanno intenzioni serie, ma non è solo un progetto che riguarda lo sport e può realizzarsi in due o tre anni, serve tempo».
Ci vuole pazienza. Magari darà una mano Hamilton che arriva proprio da una lunga vacanza in Africa. E a proposito di Lewis: «Da un punto di vista comunicativo abbiamo già visto gli effetti quando è stato ufficializzato il suo arrivo in Ferrari. Sicuramente le prime foto di Lewis vestito di rosso faranno il giro del mondo. Il peso di questa responsabilità sarà ancora più grande. Per la F1 è una mega notizia che richiamerà l'attenzione anche di chi prima non era interessato. E sarà importante che segua anche l'aspetto sportivo perché il rischio è che si crei un boomerang difficile da gestire. La Ferrari avrà la responsabilità di seguire un campione che vuole finire la sua carriera vincendo e lasciando il segno a Maranello, cosa che hanno fatto in pochi».
Intanto venerdì ci godremo Kimi Antonelli sulla Mercedes di Russell in Fp1: «Il suo debutto suscita molto interesse. Ci rende orgogliosi e felici perché un ragazzo di 18 anni non solo debutta in F1, ma diventa uno dei punti di riferimento di una squadra come la Mercedes. È un campione che ha tantissimo talento, è un bravissimo ragazzo, ha una bellissima famiglia. È una bella notizia e non solo per noi italiani. Se tutto va come ha detto Toto lui rappresenta il futuro di uno dei team più forti. Non mettiamogli sulle spalle troppa pressione. Finalmente un italiano, è difficile spiegare perché accada solo ora. Il mondo del karting italiano è un riferimento per tutti, abbiamo squadre nelle formule minori come Prema e Trident che formano campioni Non credo dipenda dalla Ferrari che attrae tutti gli investimenti. Certo ci potremmo chiedere perché su Antonelli ha investito la Mercedes e non la Ferrari, ma è un argomento su cui non voglio entrare. Forse è più un tema di talento. Ma l'arrivo di Antonelli può ispirare altri ragazzi, dimostrando che anche gli italiani possono arrivare al vertice, io credo che a livello nazionale ci sia l'offerta». La F1 sta bene.
Ha un campionato aperto, pensa al futuro con benzine sostenibili, con merchandising per i bambini che non c'era ed è richiestissimo. E pensare che dopo il Covid aveva temuto di non ripartire: «Invece mi ha sorpreso la velocità della crescita del nostro sport».
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