IL DOMATORE

Pioli dovrà fare miracoli con gli stessi uomini dello scorso anno E magari gestire Super Mario. Intanto il club pensa di cedere Keita

Riesce a salutarti con tre smartphone in mano senza far cascare nulla mentre parla con almeno uno degli altri interlocutori. Lui ce la fa. Questo è Claudio Lotito, presidente della Lazio, lo stato dell'arte della parola come strumento di persuasione non occulta. Un uomo solo al comando di una tifoseria finalmente addomesticata. Così, almeno, pare. Mentre i colleghi presidenti si prodigano per accontentare le curve con vagonate di acquisti illustri, lui - il signor Claudio - consegna al mister Pioli gli uomini dell'anno scorso, gli cambia la maglietta e fa i colpi coi rinnovi di Candreva e Anderson. Di Biglia (aria d'altro «colpo») si parlerà dopo il preliminare col Bayer Leverkusen, che si spera di superare. Quanto a Keita, che vuole essere ceduto a tutti i costi, farà la fine di Zarate. A bagnomaria. Ma ha ragione lui, perché la sua squadra va sempre bene e senza sganciare una fortuna.

Lotito è così, ma non è cattivo. Lui è parte integrante del governo del calcio, qualcuno direbbe il «grande vecchio» se non fosse che non ha ancora 58 anni. È buon sodale di Galliani, è il pilastro principale del presidente della Federcalcio Tavecchio, affianca il presidente dei club Beretta. E se c'è da assumere o risolvere impicci col ct Antonio Conte eccolo lì ovunque, nel salone delle riunioni della Federcalcio, allo stadio Olimpico, durante l'allenamento a Bari. Come la si pensi, Lotito è l'istituzione.

Forse per questo, a differenza di De Laurentiis, Pallotta, Thohir e Berlusconi, che stravolgono le rose, lui la rose le rispolvera. Tanto basta per tenere buona una tifoseria che fino all'altro ieri gli tirava le uova se perdeva e se vinceva. Vivere sotto scorta come Saviano o un pentito di mafia non deve essere carino. Ma ora che l'ha addomesticato, il tifo, si gode lo spettacolo della musichetta di coppa. E sono quasi tutti con lui. Quasi. Perché la curva nord, gli irriducibili sono ancora sulle loro, nessuno ha ancora rinnovato gli abbonamenti, fermi a quota diecimila. Lotito e Tare ragionano, valutano, attendono pazientemente. Siamo a una settimana dall'inizio del campionato e la Lazio ha riempito il carrello della spesa con giovani rincalzi per la modica spesa di 14 milioni. Riserve come il centrale olandese Wesley Hoedt, il terzino spagnolo Patric, il centrocampista inglese Ravel Morrison e quello serbo Sergej Milinkovic-Savic e l'attaccante olandese Ricardo Kishna. Ragazzini di belle speranze.

Ma Lotito, anche lui, medita il colpo. L'amico Raiola gli offre su un piatto Mario Balotelli. Proprio lui, quello che si allena nel giardino di casa e si aggiusta la cresta. Mario potrebbe arrivare nella Capitale in prestito oneroso (2 milioni) con diritto di riscatto sui 17 milioni. L'ingaggio sarebbe pagato quasi interamente dal Liverpool.

A Lotito va benone. Su Facebook c'è una pagina «Lotito ovunque», ed è divertentissima. Se ancora una volta Mario farà le bizze, vorrà dire che Claudio sarà già in Inghilterra per ridarglielo indietro. Con la forza del pensiero, lui può.

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