Doping, la procura del Coni: "Squalifica a vita per Di Luca"

L’abruzzese fu trovato positivo ad un test nel corso dell’ultimo Giro d’Italia. La procura antidoping: "È la seconda violazione della normativa"

Doping, la procura del Coni: "Squalifica a vita per Di Luca"

Squalifica a vita. È questa la richiesta della procura antidoping del Coni, guidata da Tammaro Maiello, che ha deferito oggi al Tribunale nazionale Danilo Di Luca. L’abruzzese fu, infatti, trovato positivo ad un test nel corso dell’ultimo Giro d’Italia. A pesare sul ciclista è stata la recidività del reato.

Per Di Luca la richiesta della squalifica a vita da parte dell Coni è l’ultimo triste atto di una carriera contrassegnata da grandi vittorie e da rovinose cadute. La prossima squalifica metterà con ogni probabilità la parola fine alla carriera di uno dei ciclisti italiani di maggiore talento degli ultimi vent'anni. Come spiega la stessa procura antidoping del Coni il deferimento per Di Luca è scattato "in relazione alla positività per presenza di eritropoietina ricombinante riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto out of competition" dall’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) lo scorso 29 aprile .

Nel deferimento che inchioda il corridore vincitore del Giro d’Italia del 2007, Maiello ha ricordato che si tratta della "seconda violazione della normativa antidoping Wada" (dopo i due anni di stop rimediati nel 2010) e oltre alla "squalifica a vita" ne chiede quindi "l’invalidazione dei risultati agonistici conseguiti successivamente al prelievo biologico".

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