Dovizioso, che capolavoro. Poker e mondiale ribaltato

A Silverstone quarta vittoria del Dovi: +9 su Marquez che rompe il motore. Rossi è 3° dopo una gara in testa

Dovizioso, che capolavoro. Poker e mondiale ribaltato

Esplode il motore della Honda di Marquez e con esso la lotta per il mondiale, che dopo il terzo ritiro stagionale del campione in carica adesso ha un nuovo-vecchio padrone: è Andrea Dovizioso, che pianta una bandierina rosso-Ducati anche su Silverstone e stacca di nuovo tutti. Quarta vittoria in Gran Bretagna (ma le altre tre erano arrivate a Donington) e quarta vittoria stagionale, nessuno ne ha messe insieme altrettante. Forse non sarà il favorito per il titolo - «non esageriamo», si è schernito lui- ma se lo gioca eccome, perché «non si tratta di un exploit isolato, c'è tanta sostanza in quello che stiamo facendo».

Ha ragione Andrea, ormai le sue vittorie arrivano su piste e in situazioni molto diverse tra loro. Quella di ieri è stata bella e complessa: un po' partita a scacchi e un po' incontro di boxe, gestione delle gomme per due terzi di gara e poi via alle sportellate, con Marquez e con Viñales. Marc ha fuso a sei giri dalla fine proprio mentre stava battagliando con Dovi, Maverick prima le ha prese e poi ha cercato di restituirle, ma all'ultimo giro era troppo staccato per cercare il controsorpasso finale. Paradossalmente il duello più semplice è stato con quello che aveva condotto la gara dal primo al diciassettesimo giro, e cioè un Rossi sorprendente rispetto alle premesse della vigilia.

Valentino aveva giurato di non avere chances di competere per la vittoria a causa del degrado delle gomme, ma dopo aver bruciato Marquez allo start ha iniziato a guidare da solo in testa con grande precisione e a un certo punto ha anche pensato di poter fare il colpaccio. Invece negli ultimi quattro giri è arrivato il conto, il posteriore ha preso a scivolare come previsto e sia Dovizioso che Viñales lo hanno infilzato costringendolo a un terzo posto che ha un sapore un po' dolce e un po' amaro. Vale accorcia sulla testa della classifica (da -33 a -26) e sale sul podio per la 226ª volta, ma nel giorno del Gp numero 300 in top class ha annusato troppo a lungo l'impresa per non restarci male: «Ci avevo fatto la bocca - ha confermato il Dottore -, ma anche se grazie ai test di Misano siamo riusciti a fare un passo avanti ancora non basta. Sappiamo quali sono i problemi, spero di aiutare la Yamaha a risolverli prima della fine del campionato per fare una bella lotta all'ultimo giro con Dovi, che quando mi passa è sempre troppo veloce...».

Rossi ha spiegato anche come mai, pur avendo montato una gomma posteriore dura al contrario di Viñales che è andato controcorrente usando la morbida, alla fine era molto più in difficoltà del compagno di banco: «Perché le mescole tra cui possiamo scegliere sono davvero molto simili una all'altra e perché Maverick, grazie alla sua corporatura e al suo stile, stressa meno il posteriore. Se io avessi scelto la soft non sarei andato più forte di così».

È un handicap importante sulla strada di un mondiale che sulla carta sarebbe ancora a portata di mano, tant'è che Valentino a riguardo ha detto di vederla «scura». E allora, in vista della seconda tappa italiana della stagione, non resta che mettere tutte le fiches sul Dovi.

«Arrivare a Misano da primo in classifica non me lo sarei mai aspettato - ha detto Andrea -, adesso siamo in lotta del tutto. Ognuno con le sue caratteristiche, ognuno coi suoi pregi e difetti». E lui, settimana dopo settimana, sta scoprendo di avere risorse che fino all'anno scorso nemmeno sospettava di avere.

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