Quando si insediò sulla poltrona di ad, a casa Milan, 4 dicembre del 2018, espressione di Elliott il nuovo proprietario del club rossonero ereditato dal misterioso cinese per conclamata insolvenza, Ivan Gazidis, 56 anni, sud-africano di anagrafe, fu accolto da una dose industriale di scetticismo. Parlava soltanto inglese e questo gli costò più di una censura. Proveniva dall'esperienza dell'Arsenal, limitata ai numeri e al bilancio, e quest'altro dettaglio servì a scavare la distanza dall'area tecnica (prima Leonardo, poi Boban, adesso Maldini con cui viaggia sulla stessa lunghezza d'onda). Da ieri, e per motivi che non coincidono né con il secondo posto appena conquistato né con il ritorno in Champions dopo una vita, è entrato nel cuore e nella testa dei milanisti e non solo. A causa di una brutta notizia (ha scoperto di avere un carcinoma alla gola) sul suo stato di salute. Gazidis l'ha fatto, pubblicamente, e con una nota destinata ai media e al pubblico dei tifosi rossoneri e non. Già perché oltre a informarli («non c'è mai un buon momento per una diagnosi di cancro»), ha anche colto l'occasione per fare professione di sano ottimismo («sono fiducioso che il tumore sarà trattato con successo con un completo recupero») e per sottolineare il fondamentale ruolo della prevenzione. Nella sua nota, l'ad milanista ha infatti scritto: «La mia diagnosi dimostra l'importanza di controlli medici regolari, anche se non si hanno sintomi».
Prima del comunicato, Gazidis ha preparato un video-messaggio per tutti i dipendenti: a loro ha fatto capire che continuerà a lavorare da remoto fidando appunto sulla loro passione e sul senso di appartenenza. Quindi ha tenuto una riunione con tutto il management societario per ribadire gli stessi concetti. D'altro canto il Milan ha una linea di comando molto agile e ben scandita nei ruoli: Scaroni, il presidente, si occupa del dossier più strategico (quello del nuovo stadio tornato nel cassetto in vista della prossima tornata elettorale al comune di Milano), Maldini e Massara sono i responsabili dell'area tecnica, gli altri settori (commerciale e finanziario) sono guidati da manager scelti dallo stesso Gazidis e da Londra la presenza di Giorgio Furlani è sempre molto attiva su tutte le questioni del club. Gazidis volerà negli Usa per curarsi. Da New York continuerà a restare in contatto e parteciperà alle riunioni che periodicamente vengono realizzate dal ristretto gruppo di dirigenti. La valanga di messaggi, dal mondo del calcio e in particolare dal popolo dei tifosi del Milan, ha persino stupito l'ad, i suoi famigliari e gli amici più cari. Da ieri, per colpa del maledetto carcinoma, Gazidis è diventato milanista a tutti gli effetti superando l'antica dose di scetticismo.
E ha preso posto, nei social e sui siti, delle notizie del giorno dimenticando gli affanni del calcio mercato e la malinconia per il distacco da Gigio Donnarumma, partito da Milanello inseguito dalla fama di traditore e tornato da Wembley con il tatuaggio di eroe nazionale campione d'Europa.
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