L'atmosfera è quella delle grandi occasioni. Non potrebbe essere diversamente per Ducati che per la prima volta nella storia dell'azienda può vantare due numeri uno: in MotoGP con Pecco Bagnaia e in Superbike con Alvaro Bautista. Dopo aver conquistato tutto nel 2022: titoli piloti, team e costruttori, la Casa italiana rilancia la sfida con Campioni in pista, un evento straordinario che ricorda i fasti degli anni d'oro della MotoGP. Sul palco i dream teams di Pecco Bagnaia e Enea Bastianini, Alvaro Bautista e Michael Rinaldi.
«Amiamo le sfide e non ci tiriamo indietro», ha affermato il CEO Claudio Domenicali, perché se è difficile vincere, ancora di più è ripetersi». Per farlo, il genio dell'Ingegner Luigi Dall'Igna e del suo staff ancora una volta è pronto a stupirci. La parola d'ordine è evoluzione, invece di rivoluzione. «Nel corso degli anni abbiamo introdotto innovazioni che hanno cambiato il volto della MotoGP. Quando devi inseguire, sei costretto a correre anche dei rischi. Adesso puntiamo ad una sorta di stabilità che non rinnega il dna dell'azienda. Non deluderemo le aspettative...».
I punti di sospensione lasciano intuire che dietro la livrea che fa bella mostra degli sponsor come Lenovo e Monster Energy, si celano importanti novità. «Abbiamo lavorato molto a livello di motore perché alla fine il rettilineo rimane il posto migliore per superare», ha spiegato il dt Davide Barana, «sull'elettronica e l'aerodinamica». Sorprendentemente, in occasione del lancio della squadra 2023, Barana ha confessato che la carena è quella dello scorso anno, «vedremo le novità in occasione dei test di Sepang. Mancano ancora due settimane e non vogliamo fornire informazioni ai nostri competitor».
Bella, aggressiva, italiana. La Ducati MotoGP sul palco, così esposta agli occhi indiscreti dei media, fotografi e Case rivali, sapientemente cela un propulsore ancora più potente, mentre per le innovazioni aerodinamiche dovremo aspettare febbraio. «Il reparto corse ha lavorato tantissimo sull'aerodinamica questo inverno», ha confessato il Campione del Mondo, «mi fido ciecamente del lavoro di Gigi Dall'Igna anche se lo scorso anno ho faticato un po' ad adattarmi alla moto 2022, tanto che avevo chiesto un po' di stabilità». Ma per vincere, la Rossa non può rallentare la sua corsa. «Sono caduto troppo, ma poi sono arrivate le vittorie e il sogno del titolo iridato si è fatto sempre più concreto». È un pilota più consapevole e maturo, quello che prenderà il via della stagione 2023 con il numero uno. «Voglio onorare il mondiale vinto. Sono il pilota più veloce al mondo, questo è un fatto, ma pensarsi campione sarebbe un errore. L'appagamento è una trappola. Il 63 rimarrà sempre con me, lo porterò ancora sul casco, ma ho sempre ammirato chi correva col numero 1 e per me rappresenta una motivazione ulteriore. Rappresenta quello che sono». L'ultimo a mettere il numero 1 era stato Casey Stoner. «Ricordo solo due piloti in grado di ripetersi: Valentino Rossi e Marc Marquez», ha continuato il piemontese e pilota della VR46 Academy.
Un'impresa non facile, considerato che il primo avversario sarà proprio il compagno di squadra Enea Bastianini, terzo lo scorso anno.
«Sono emozionato», ha confessato il riminese, «è la prima volta che corro in un team ufficiale e il mio approccio dovrà cambiare, ma resto me stesso, il che non vuol dire essere un pilota aggressivo. Partirò per vincere. Non solo, con la sprint race al sabato le corse raddoppiano (42). Lavorerò il doppio per farmi trovare pronto».
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