nostro inviato a Firenze
Il quarto stop stagionale dei campioni d'Italia fa rumore non solo perché arriva nella gara in casa della sua acerrima nemica, la Fiorentina che aveva vinto questa sfida solo una volta nelle ultime 17 occasioni (evidentemente ci voleva l'ex premier Renzi in tribuna), ma anche perché conferma un difetto atavico della Juve di quest'anno: quando va sotto, non riesce più a recuperare. È accaduto con Milan e Inter e il 27 novembre scorso con il Genoa (ultimo ko in ordine di tempo). E ora la Roma è lì, a un solo punto, al netto della partita di Crotone che i bianconeri giocheranno l'8 febbraio. Ovvero, dopo un ciclo complicato in campionato e a pochi giorni dal primo round di Champions con il Porto. Situazione non facile dal punto di vista mentale, pur essendo la Juve squadra capace di reagire alle difficoltà.
Allegri avrebbe voluto comandare la partita sul piano del palleggio, ma fallisce la missione per almeno un'ora. Periodo nel quale la Fiorentina tiene sempre l'iniziativa, crea occasioni da gol (quattro solo nel primo quarto d'ora con Vecino protagonista, una parata di Buffon e un palo esterno) e ne segna anche due con Kalinic - terza rete ai bianconeri nelle ultime tre gare e nono stagionale per il croato che ora attende i cinesi («ma per ora non abbiamo ricevuto alcuna proposta», così il direttore generale viola Corvino alla sua 500esima in A - e Badelj (anche se Chiesa rivendica la paternità della rete). L'effetto della partenza aggressiva dei viola è che la Juve perde completamente il controllo del centrocampo, con Marchisio e Khedira costretti più a distruggere che a costruire gioco, tanto che vengono a mancare completamente i rifornimenti agli attaccanti: Dybala e Higuain non sono mai stati quest'anno così fuori dalla gara. Chiaro che la truppa di Allegri appaia stordita e incapace di reagire. E quando lo fa, ottiene solo il gol di Higuain (il suo tredicesimo sigillo stagionale) che sfrutta un pasticcio di Maxi Olivera, gettandosi all'attacco in maniera spesso confusionaria (alla fine Allegri avrà in campo 4 punte) sprecando poi sui titoli di coda con Dybala il possibile 2-2.
Paulo Sousa punta sul modulo elastico con la difesa a 3 o a 4 a seconda dei momenti della gara e la mossa, classica per il tecnico viola, mette in crisi la Juventus. La BBC, ovvero la saracinesca juventina che ieri ha spento le 100 candeline in carriera, si ritrova dopo due mesi e mezzo (ultima apparizione contro il Napoli allo Stadium il 29 ottobre, in stagione appena 438 minuti insieme) ma non pecca per precisione se è vero che Chiellini rischia più volte il giallo (che poi rimedia verso la fine del tempo), Bonucci fatica ad arginare Kalinic e Barzagli deve badare in seconda battuta - in prima c'è Cuadrado che deve spesso arretrare - a un Borja Valero che parte molte volte dall'esterno. Le statistiche dell'intervallo sono impietose per la Juve: 62 per cento di possesso palla e 88 per cento di passaggi riusciti per i viola, oltre che un numero di occasioni inferiore solo a quelle concesse dai bianconeri al Genoa.
Il tiro di Badelj (forse con un tocco impercettibile di Chiesa, davvero la sorpresa della serata) sembra mettere in ghiaccio la sfida, quello di Higuain la riapre solo virtualmente.
Juve che va avanti con la forza dei nervi e dei suoi giocatori di qualità tecnica migliore rispetto ai viola, ma spesso senza un'idea precisa. E quando Dybala spara alto, al Franchi può iniziare la festa. Che aveva vissuto un prologo con la splendida scenografia della Fiesole per il ritorno in società di Giancarlo Antognoni.
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