V ar anche in Champions League, sia pure a partire dai quarti di finale. L'indiscrezione arriva dal Times, secondo le cui fonti l'Uefa aprirebbe le porte alla tecnologia, già sperimentata favorevolmente in Serie A e nel Mondiale in Russia, nella fase più delicata della massima competizione continentale. La proposta sarà presa in esame il prossimo 27 settembre a Montecarlo. Bisognerà attendere il tabellone a eliminazione diretta per due motivi. Innanzi tutto perché la decisione verrebbe adottata a torneo in corso e poi perché non tutti i club avrebbero impianti adeguati all'uso della moviola in campo. Resta l'importanza d'una decisione che ribalta le convinzioni dell'avvocato Ceferin, presidente dell'Uefa, abbarbicato a un calcio che non c'è più, e assume quindi forti connotati politici. Nel piccolo è una vittoria di Andrea Agnelli. Il numero uno della Juventus, dopo il contestato rigore subito dai bianconeri nello stadio del Real Madrid, aveva invocato l'uso del Var al fine di ridurre al minimo le sviste arbitrali in una competizione che da questa stagione dispensa 3,3 miliardi di euro. Tanti soldi. Ne gioisce anche il Paris Saint Germain eliminato nelle ultime edizioni per episodi quanto meno discutibili con le squadre spagnole.
Curioso il fatto che il Var, così apprezzato a livello internazionale, dia adito a polemiche proprio in Italia dove è stato sperimentato per primo. Alla sbarra gli episodi di Sassuolo-Inter e Torino-Roma per la mancata revisione delle azioni, per così dire incriminate, da parte dell'arbitro al monitor. Sarebbe bastato questo "passaggio" per ridurre le polemiche di Spalletti e Petrachi, tecnico dei nerazzurri l'uno, diesse dei granata l'altro, che hanno cercato in qualche modo di giustificare i passi falsi dell'ultimo week-end.
A questo proposito si fa sempre più insistente la possibilità che a breve l'International Board modifichi il protocollo del Var consentendo agli allenatori di
chiederne l'uso almeno una volta per tempo. Rosetti, che ha sostituito Collina alla guida della commissione arbitrale in seno all'Uefa, ci sta pensando. E Infantino, il grande capo della Fifa, pare propenso a sposare questa tesi.
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