Marcell, il bis scaccia i fantasmi: e adesso Parigi

Marcell Jacobs resta il re d'Europa

Marcell, il bis scaccia i fantasmi: e adesso Parigi
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Marcell Jacobs resta il re d'Europa. Il campione olimpico dei 100 metri si conferma il più veloce del continente: l'azzurro corre in 1002 lo stagionale allo Stadio Olimpico di Roma e riesce a confermarsi d'oro come due anni fa a Monaco di Baviera. Nessun italiano aveva mai vinto due titoli europei nei 100 metri: Pietro Mennea si fermò a uno, quello del 1978. Adesso il primato è di un Jacobs che in semifinale aveva corso in scioltezza in 1005, sei centesimi meglio dell'altro azzurro Chituru Ali (10"05, personale) e del britannico Glave (10"06), rispettivamente argento e bronzo. Una doppietta che fa esplodere il tifo di casa. E ora il gardesano può lavorare con serenità verso Parigi, dove difenderà l'altro oro: quello a cinque cerchi.

C'è qualcosa di incantato e di magico in pedana, sulla pista o nelle prove in strada se questo trend positivo dell'Italia continua. Se siamo diventati la nazione più in crescita del panorama continentale è grazie all'atteggiamento sempre più consapevole dei nostri ragazzi. I Tamberi, i Jacobs, le Palmisano e gli altri a Tokyo hanno semplicemente tracciato una strada ai più giovani: un yes, we can all'italiana, 10 medaglie, come a Monaco. I quali, oramai, non hanno più paura di gareggiare fianco a fianco con i mostri sacri di questo sport, anzi. Lo abbiamo visto a marzo ai Mondiali indoor di Glasgow, dove il mantra non accontentarsi mai ha raggiunto il suo apice. Mai avremmo pensato, ad esempio, che un quarto posto mondiale nel pentathlon di Sveva Gerevini (ieri sesta nell'eptathlon con record nazionale) sarebbe stato stretto. Non solo medaglie, dunque, che certo danno prestigio a una Nazione. E quindi onore e gloria a ragazze come Nadia Battocletti, che l'altro ieri nei 1500 si è presa il primo alloro continentale fra le grandi restando incollata all'avversaria norvegese per poi batterla nel rush finale seguendo il consiglio del papà-coach Giuliano. Gambe, cuore e tanta testa per questa trentina di Cavareno, studentessa di ingegneria edile. Exploit individuali come quelli della Battocletti non fanno altro che galvanizzare un ambiente che riesce a portare a casa risultati grazie agli atleti e a un settore tecnico stimato nel mondo.

Questa Nazionale tricolore giovane e bella - a Glasgow, gli azzurri a medaglia (Fabbri, Furlani, Simonelli e Dosso) erano saliti sul podio con un'età media di 22 anni e mezzo nonostante mancassero i 7 olimpionici di Tokyo - non vuole smettere di stupire l'Europa come ha fatto la 4x400 mista di Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti e Alice Mangione d'argento a sorpresa venerdì davanti all'Olanda della fortissima Femke Bol. Ma, come detto, l'Italia non ha più paura.

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