Ecco il Conte allineato. Aspettando Kanté non è l'Inter sognata

Il tecnico in conferenza con Marotta: "Cerchiamo occasioni, ma ci sono difficoltà economiche"

Ecco il Conte allineato. Aspettando Kanté non è l'Inter sognata

Alla vigilia del primo giorno di scuola, solo buoni propositi e parole dolci. Antonio Conte e Beppe Marotta accompagnano l'Inter al debutto posticipato in campionato (stasera 20.45 contro la Fiorentina). È passato un mese dal patto di Villa Bellini (25 agosto) e la squadra è rimasta sostanzialmente la stessa. È arrivato Vidal, ma l'Inter è ancora lontana da come era stata abbozzata quel pomeriggio.

Senza Skriniar, ormai a un passo dal Tottenham per circa 50 milioni, è anzi persino più debole. Eppure Conte accetta il ponte teso da Marotta sugli scenari mutati. «La pandemia ha diminuito i ricavi, ma i costi sono rimasti gli stessi: stiamo allestendo la squadra più forte possibile in base alla situazione finanziaria», spiega l'ad nerazzurro. «Stiamo lavorando in sintonia e serenità, cercando di cogliere le opportunità che il mercato ci offre, tra le difficoltà economiche del momento», aggiunge l'allenatore.

Vendere Skriniar (visto che gli altri non li ha comprati nessuno) è l'unico modo per provare a prendere il solo giocatore che a questo punto Conte vorrebbe: N'Golo Kanté, 29 anni, campione del mondo con la Francia e titolare del Chelsea, già allievo di Conte. Certo, poi ci sarà da sostituire Skriniar, dopo che già è stato regalato Godin per alleggerire il monte stipendi. La coperta è sempre corta.

Non è un caso che stasera (squalificato De Vrij) giochi una difesa quanto meno azzardata, D'Ambrosio più Bastoni più Kolarov (subito straordinari per Handanovic?). Al debutto, la Fiorentina ha annichilito il Torino. Sembra quindi squadra in forma e sicuramente di ottimo umore. L'Inter rischia. «Hanno confermato Iachini, che è un bravissimo allenatore: dovremo fare molta attenzione», avverte Conte.

L'ultima partita, il 21 di agosto, poi vacanze lampo per tutti e tre settimane di allenamento. «Abbiamo lavorato bene, sono molto contento di quello che stiamo facendo».

Vidal e Kolarov portano esperienza, Hakimi ha grandi prospettive, Perisic è tornato molto carico dopo una grande esperienza vincente». Hakimi e Perisic dovrebbero essere titolari al debutto, come Eriksen, che scalda il posto a Vidal e di cui Conte dice che è «valore aggiunto: come tutti in rosa, compreso Pirola che è il più giovane della squadra», insomma: non proprio un grande complimento per il danese. La speranza inconfessata è che in extremis spunti un amatore interessato all'ex Tottenham, ma difficilmente ci sarà tempo e spazio da qui al 5 ottobre. Come per Brozovic e gli altri esuberi (Joao Mario e Asamoah sono stati addirittura esclusi dalla lista dei 25 per il campionato): ben che vada (come per Nainggolan) ci sarà qualcuno che li accoglierà in prestito. La quarta punta al momento è Pinamonti, un po' meno imberbe di Esposito (prestato alla Spal) ma certo altra cosa rispetto ai nomi di Dzeko, Suarez e Giroud, ipotizzati dopo Villa Bellini.

Eppure Conte sa che non può sporcare il primo giorno di scuola con richieste fuori luogo (un anno fa lo fece addirittura in precampionato).

Ridimensiona a «confronti onesti e leali» i pubblici litigi degli scorsi mesi, dribbla la Juventus e l'ovvia domanda su Pirlo («un grande uomo e un grande professionista», poi stop, non senza un evidente impaccio dialettico) e resta per una volta allineato e coperto, carico solo di buoni propositi. «Dobbiamo confermare la credibilità che abbiamo conquistato in Italia e in Europa, questo è il nostro obiettivo».

Di scudetto si parlerà solo con Kanté.

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